E' scattata alle prime luci dell'alba l'operazione messa a segno dai Carabinieri della Compagnia di Sciacca e dai Militari della Stazione di Menfi che ha consentito di bloccare una consistente rete di spaccio e approvvigionamento di sostanze stupefacenti, in particolare hashish e cocaina, proveniente da Palermo e destinata ad essere smerciata nelle piazze di Menfi, Santa Margherita Belice, Montevago e Poggioreale. Sette le ordinanze di custodia cautelare, in carcere e agli arresti domiciliari, per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, disposte dal Gip del Tribunale di Sciacca su richiesta della Procura, ma al momento sono sei quelle eseguite. In manette sono finiti Giuseppe Sanzone, 39 anni, e Daniel Tabbone, 23 anni, entrambi di Menfi. Arresti domiciliari per Giulia Nigrelli, 21 anni, Calogero Friscia, 23 anni, Giovanni Pilo, 20 anni, tutti di Menfi, ed Emanuele Gambino, 31 anni di Sciacca. Arresti domiciliari anche per Kevin Governale, 23 anni, di Santa Margherita Belice, nei cui confronti il provvedimento non è stato eseguito perchè irreperibile. Figure di spicco dell'attività illecita sono ritenuti i menfitani Sanzone e Tabbone, che avrebbero gestito il sodalizio mettendo a disposizione autovetture e telefoni cellulari per l'approvvigionamento e il trasporto della droga, organizzando con cadenza quasi giornaliera delle sortite a Palermo per effettuare l'acquisto di hashish e cocaina. Carichi di droga che, durante i viaggi da Palermo a Menfi, venivano nascosti dentro le autovetture utilizzate ma, in alcuni casi, anche all'interno degli indumenti intimi di due ragazzine che il sodalizio impiegava nelle attività illecite sia come corrieri sia come assuntori finali delle sostanze stupefacenti. Inoltre, grazie anche ad attività tecniche e a numerosi servizi di osservazione e pedinamenti, i Carabinieri hanno accertato che la sostanza stupefacente veniva spesso consegnata a pusher locali che, a loro volta, la rivendevano ad una clientela molto giovane. Corrieri che, per organizzare i viaggi necessari per approvvigionarsi dei quantitativi di droga, facevano riferimento a “cene, cibi di strada e fast food”: da qui il nome dell'operazione “Street Food”. Secondo gli investigatori, in circa tre mesi gli indagati avrebbero movimentato sulle piazze di spaccio vari kili di hashish e alcuni etti di cocaina, la maggior parte destinati ai più giovani, per un giro d'affari complessivo di circa 200 mila euro.