tutte compilate nel pieno rispetto delle regole (di non sempre facile comprensione) e, ovviamente, secondo quelli che sono stati i dati emergenti dallo spoglio e scrutinio”. È questo uno dei passaggi della dichiarazione diramata nella tarda mattinata di oggi da Amindore Ambrosetti, presidente della discussa sezione numero 4, quella dove è stato commesso l'errore di trascrizione delle preferenze, con numeri che, di fatto, avevano attribuito a Ignazio Messina 38 voti in più, utili a farlo vincere al primo turno. Questione che è stata al centro della conferenza stampa di ieri mattina di Fabio Termine. Amindore Ambrosetti dice di avere sentito l'obbligo di chiarire i passaggi salienti della vicenda in considerazione di quello che definisce “il clamore mediatico provocato in questi ultimi giorni su di me e purtroppo anche sulla mia famiglia”, osserva.
Chiarisce, dunque, Ambrosetti, che i risultati comunicati dal suo seggio all'ufficio elettorale erano stati corrispondenti alle risultanze delle operazioni di scrutinio, e segnatamente: 117 voti a Mangiacavallo, 243 a Termine, 288 a Messina. “Gli stessi identici dati – aggiunge il presidente della sezione 4 – sono stati riportati e trascritti a pagina 42 del verbale”. Spiega testualmente, Amindore Ambrosetti, che “la correzione apportata alla pagina 43 del verbale e di cui tutti discutono gli è stata richiesta dall'ufficio elettorale, poiché sarebbe agli impiegati risultata una difformità con il fonogramma numero 4 comunicato in precedenza, ed è quello nel quale (per errore di interpretazione) Ambrosetti ha riportato nella voce di ogni candidato sindaco sia i voti delle liste a ciascuno di essi collegati, sia i voti espressi solo in favore del sindaco.
Da qui evidentemente i 38 voti in più a Messina. "I fonogrammi - dice Ambrosetti - sono documenti trasmessi all'ufficio elettorale durante e alla fine delle operazioni di scrutinio, ma solo i numeri contenuti nel verbale hanno valore definitivo ai fini dell'attribuzione dei voti da parte del seggio. Numeri che – precisa Ambrosetti – sono rimasti del tutto inalterati e perfettamente, inequivocabilmente, corrispondenti alle tabelle di scrutinio. Sono questi i dati che – conclude – dovevano essere indicati quali dati definitivi, e questi sono i dati (che tengono conto anche dei voti disgiunti) che sono stati confermati al presidente dell'ufficio centrale elettorale nel corso dell'audizione che si è svolta 3 giorni fa.