e così stavolta è toccato a Ignazio Messina cedere il passo della vittoria al nuovo sindaco Fabio Termine. Trentadue anni, dottore in giurisprudenza, consulente di un patronato, il leader di Mizzica si è aggiudicato la vittoria finale con poco più di 10 mila preferenze, oltre 2.600 voti in più rispetto al primo turno, staccando il suo avversario che si è fermato al 46,7%, con appena 650 preferenze circa in più di due settimane fa.
Poco dopo l'inizio dello spoglio si stava già delineando quello che poi sarebbe stato il risultato definitivo, confermato poco dopo la mezzanotte. E d'altra parte lo stesso sfidante Ignazio Messina non ha certamente atteso la fine dello scrutinio per riconoscere la sua sconfitta. Lo ha fatto intervenendo alla nostra trasmissione in diretta, pur ribadendo la propria intenzione di procedere con il ricorso al Tar contro il risultato del 12 giugno, quello che per un pugno di voti gli ha impedito di vincere subito le elezioni. Il gruppo di Fabio Termine, invece, ha preferito essere prudente fino all'ultimo prima di lasciarsi andare ai festeggiamenti. Quando ormai non c'erano più dubbi è esplosa la festa in centro storico, con una moltitudine di simpatizzanti e sostenitori che hanno portato in trionfo il nuovo primo cittadino. I fuochi d'artificio hanno infine suggellato il momento dell'acquisizione dei risultati.
Il dato politico più significativo, in questo momento, è quello relativo alla mancanza, da parte di Fabio Termine sindaco e della sua giunta, dei numeri in consiglio comunale. L'apparentamento tra la coalizione di Ignazio Messina e la lista di Fratelli d'Italia ha bloccato il premio di maggioranza, anche se vincendo il nuovo primo cittadino ha agevolato comunque l'ingresso a Sala Falcone Borsellino di altri 2 consiglieri, nella fattispecie Fabio Leonte e Salvino Patti. Messina non è riuscito a far passare il messaggio che il voto a Termine non sarebbe stato utile alla governabilità proprio per la questione dei numeri in consiglio, a riprova che l'orientamento dell'elettorato era ormai definito. Il leader di Italia dei Valori ha preso atto con fair play del risultato, attribuendo al caso della sezione 4 il 12 giugno un fattore determinante nella sua sconfitta, ammettendo di non essere riuscito a convincere la maggioranza degli elettori di fronte alla campagna portata avanti dal gruppo di Mizzica.
Il risultato elettorale di ieri conferma ancora una volta la voglia dei saccensi di voltare pagina. E questo al di là del tentativo del gruppo Messina di etichettare il progetto di Fabio Termine come la continuità dell'amministrazione Valenti. La città di Sciacca ha voluto investire sui giovani, la vittoria di Termine ha sicuramente un valore di tipo generazionale. Il tentativo di Ignazio Messina di inglobare quanti più soggetti politici, a prescindere dal messaggio che aveva lanciato sin dall'inizio, quello della competenza e dell'esperienza, non è stato premiato. Dopo due apparentamenti andati a buon fine (nel '97 e nel 2004), stavolta l'accordo stipulato da Messina tra il primo e il secondo turno con Fratelli d'Italia non ha prodotto i risultati sperati. Dal 1993 ad oggi il rapporto tra la città di Sciacca e Ignazio Messina dunque cambia radicalmente. Da condottiero solitario fu premiato, da leader di una coalizione piuttosto ampia viene punito. La vittoria di un trentenne proprio contro di lui sembra simbolicamente il più plastico del passaggio dello scettro della storia.
Per Fabio Termine adesso la prova del governo della città. Cinque anni fa aveva tentato l'ascesa in solitaria. I tempi forse non erano maturi. In questa tornata c'è stato il faticoso accordo col Pd. Accordo che era il più naturale delle cose possibili, ma temendo di potere pagare lo scotto della impopolarità dell'amministrazione uscente, il gruppo di Mizzica ha resistito a lungo prima di accettare un'intesa politica che, oggettivamente, si è rivelata decisiva. "Il Pd si è rinnovato", ha spiegato Termine, chiarendo i contorni dell'intesa. Chiamato adesso a dimostrare sul campo quella voglia di cambiamento che la città gli ha conferito. Sarà difficile, e la prima cosa che il suo gruppo deve capire immediatamente è che la luna di miele con la città terminerà molto presto, e che quella che si definisce "vittoria" corrisponde in realtà ad una grandissima responsabilità. E in tal senso lo slogan "È già domani" è sicuramente azzeccato.