I conti finali della sezione numero 5 ieri non tornavano. Sezione anche questa (come la discussa numero 28) ubicata all'interno del seggio elettorale di via Catusi. Chiusa la questione sindaco, la commissione elettorale centrale (presieduta da un magistrato del tribunale di Sciacca) sta esaminando e confrontando verbali e tabelle di scrutinio riferiti alle elezioni amministrative dello scorso 12 giugno, nella parte che riguarda la composizione del nuovo consiglio comunale, in vista della imminente proclamazione dei 24 eletti. Durante le verifiche sulla sezione numero 5 è emersa un'incongruenza dei numeri riferiti nello specifico alla lista Onda, che come è noto sosteneva la candidatura a sindaco di Ignazio Messina. Ieri pomeriggio è stata convocata in audizione la presidente della sezione, che si chiama Marcella Zanetti. Stando a quanto si apprende è stata fatta chiarezza, e sarebbe stata verificata e confermata dalla stessa presidente questa effettiva incongruenza.
Una situazione che oggettivamente comunque non riguarderebbe la questione del numero di preferenze attribuite al candidato sindaco Ignazio Messina. Ma Messina al primo turno ha avuto il 39,9%, e allora appare scontato, evidentemente, che nell'annunciato ricorso al Tar si chiederà ai giudici amministrativi di aprire anche una per una le singole schede della sezione 5, e dunque non solo quelle della lista Onda, oltre alla celeberrima trentina di voti "contestati e momentaneamente non assegnati" della sezione numero 28, che i messiniani ritengono contenessero inequivocabilmente preferenze nei confronti del loro candidato, anche se inizialmente la presidente di quella sezione Calogera Dulcimascolo aveva classificato quelle schede come "nulle", per poi cambiare idea su pressione di un rappresentante di lista.
Altri elementi che, dunque, finiscono nel calderone di una consultazione elettorale la cui validità definitiva, per l'avversario di Fabio Termine, va confermata dalla giustizia amministrativa. Verrebbe da dire che senza la soglia del 40% per la vittoria al primo turno ("unicum" in Italia, solo nella "creativa" regione Siciliana) tutto questo non avrebbe avuto più alcuna possibile appendice. E tuttavia è in questo contesto che Ignazio Messina ha chiesto ai componenti della sua coalizione di poter essere lui a presiedere il nuovo consiglio comunale. Il che induce a riflettere anche sul fatto che il ricorso al Tar verrebbe presentato di fatto da chi nel frattempo avrà assunto il ruolo di presidente di Sala Falcone Borsellino. Il consiglio comunale, infatti, sarebbe di fronte ad un ricorso inevitabilmente soggetto controinteressato.
Si riflette dunque su una possibile presunta incompatibilità soggettiva da parte di Messina, perché si configurerebbe lo scenario secondo cui Messina dovrebbe notificare il ricorso a se stesso (oltre che a tutti gli altri consiglieri), considerato il fatto che se il ricorso putacaso fosse accolto dal Tar cambierebbe, sebbene in parte, la stessa configurazione e composizione del consiglio comunale. È evidente come il ricorso al Tar abbia un significato più politico che di altra natura. Nel frattempo Fabio Termine è al lavoro. In attesa di dirimere i dubbi sull'assegnazione delle deleghe assessoriali, che doveva essere fatta ieri ma che è slittata ai primi giorni della prossima settimana. Un fatto che conferma, se ce ne fosse bisogno, che durante la campagna elettorale si è decisamente pensato ad altro che non a stabilire le deleghe future da assegnare ai singoli assessori designati.