Tra infermieri, pazienti e medici che nelle scorse ore hanno scoperto di essere stati contagiati dall'Omicron 5, siamo quasi ad una dozzina di persone tuttora col covid. Si rischia la paralisi. Eppure i ricoveri vengono ancora garantiti. È solo uno dei tanti problemi che, con la pianta organica ridotta ai minimi termini e in tutte le unità operative, non può fare altro che mettere in evidenza una situazione critica che gli stessi vertici dell'Asp non possono certamente più minimizzare. Il pochissimo personale al lavoro nelle corsie del "Giovanni Paolo II" è decisamente sotto stress, anche perché negli ultimi giorni è stata disposta la riduzione dell'orario di lavoro nei confronti di infermieri e operatori socio sanitari. Figure, queste ultime, considerate di primaria rilevanza per potere garantire gli stessi livelli essenziali di assistenza. Era stato programmato così, perché buona parte di queste risorse umane erano state reclutate per l'emergenza coronavirus. Emergenza che si considerava cessata rispetto al fabbisogno degli ospedali, anche se l'escalation di contagi dell'ultimo periodo sta rivelando una condizione ben diversa. La conseguenza è che non si riescono a garantire più molti turni di notte. Una situazione che continua a riguardare l'Ortopedia, la Chirurgia, anche lo stesso laboratorio di analisi, dove risulta che sono pochissimi i tecnici, e sarà complicato non solo far funzionare il servizio (cosa comunque fino ad oggi garantita), ma anche permettere ai dipendenti di potere godere del diritto alle ferie. Questione, quest'ultima, che naturalmente riguarda un Pronto Soccorso che sta letteralmente scoppiando, con pochissimi medici e con un livello di stress che, come si è visto nei giorni scorsi, ha interessato uno dei sanitari, che ha avuto bisogno lui di essere immediatamente sottoposto a cure. In questo ambito ovviamente ci sono pazienti bloccati in attesa di conoscere il proprio destino, se ottenere un ricovero (e, proprio per le stesse ragioni riferite alle carenze di personale i posti letto disponibili non possono che scarseggiare) o se potere essere mandate a casa, anche se talvolta questo tipo di scelta non può che generare dubbi negli stessi sanitari. La vicenda del funzionamento dell'ospedale è stata al centro nei giorni scorsi del primo incontro ufficiale tra Fabio Termine e il manager dell'Asp Mario Zappia, alla presenza della presidente della commissione Salute dell'Ars Margherita La Rocca Ruvolo e del senatore Rino Marinello. Sulle carenze di personale medico Zappia si è impegnato a reclutare altri medici in Ortopedia, al Pronto soccorso e in Rianimazione e, per altre figure professionali, chiedere aiuto ad agenzie speciali di lavoro. Su quest'ultimo annuncio si attende l'esito della pratica, anche se è innegabile come serpeggino dei dubbi procedurali. Sulla questione ospedale il presidente dell'associazione "Orazio Capurro Amore per la Vita Onlus" Alessandro Capurro sta portando avanti un impegno sociale anche a livello di registrazione dello stesso malcontento del personale, che (e questo è ammirevole) guarda con grande dedizione ai rischi per un'assistenza sanitaria degna nei confronti dei pazienti. "Continueremo a monitorare la situazione, non arretreremo di un solo millimetro", ha scritto Capurro in un post sulla sua pagina Facebook.