si ritrova con riserve idriche, nei suoi 25 invasi, che superano di 95 milioni di metri cubi la quantità dello stesso periodo dello scorso anno: 572 milioni contro 477, secondo gli ultimi dati diffusi dal Distretto idrografico della Regione. Il presidente Nello Musumeci, allarmato dalle situazioni drammatiche vissute dai colleghi del Nord, aveva convocato nelle scorse settimane un tavolo tecnico con i responsabili dei consorzi di bonifica e dirigenti regionali. In Sicilia, però, l’estate 2022 pur rovente non presenta problemi sul fronte acqua, rispetto invece, al serio problema della siccità che ha investito in pieno le Regioni del Nord.
Nessun problema di risorse negli invasi siciliani, dove però il problema atavico rimane sempre quello delle infrastrutture. Lo hanno denunciato anche recentemente le organizzazioni professionali agricole. La metà dell’acqua degli invasi si disperde e non arriva nei campi, ma il costo viene comunque addebitato ai produttori agricoli. E’ una battaglia che va avanti da anni quella nei confronti dei Consorzi di Bonifica che nulla hanno fatto per migliorare gli impianti. Lampante la vicenda dei fondi del Pnrr. Nessun progetto della Sicilia è stato finanziato nonostante la Regione sia tra quelle messe molto male sul fronte delle opere infrastrutturali al servizio dell’agricoltura.
E così, quest’anno l’acqua negli invasi c’è, ma gli agricoltori sono costretti a pagarla a caro prezzo. In provincia di Agrigento, le organizzazioni professionali agricole sono sul piede di guerra dopo l’ennesimo aumento del costo dell’acqua per uso irriguo deciso dal Consorzio di Bonifica Agrigento 3. Copagri e Uci la scorsa settimana hanno chiesto ai sindaci agrigentini di sostenere la vertenza del comparto agricolo, oltre ad un intervento diretto del presidente della Regione Nello Musumeci.
Le temperature da record del mese di giugno hanno reso indispensabile il ricorso all’irrigazione e con una certa frequenza per non perdere il raccolto, non va meglio in questi primi giorni di luglio, ma tutto ciò avrà costi esorbitanti per gli agricoltori. La protesta è dietro l’angolo.