hanno già dato una fisionomia generale del voto. In attesa dello spoglio (dalle 8), viene fuori un possibile testa a testa tra Nello Musumeci e Giancarlo Cancelleri, con il primo (al momento) in leggero vantaggio sull'inseguitore. Un risultato che, se venisse confermato, avrà rispettato i pronostici della vigilia. A fare specie è che pur essendo il primo partito in Sicilia, con oltre il 30%, il Movimento 5 Stelle rischia di non mandare Cancelleri a Palazzo d'Orleans. A simboleggiare che, probabilmente, ai grillini forse occorre un cambio di strategia, superando l'isolazionismo politico che rischia di non produrre i risultati necessari. Nel Partito Democratico è già iniziata la resa dei conti. Pur avendo temuto a lungo che il candidato della Sinistra Claudio Fava potesse prendere più voti del candidato del centrosinistra, Fabrizio Micari arriva comunque staccatissimo dal vertice. Tra i Dem si parla già di "disastro annunciato", non nascondendo preoccupazione per le prossime Politiche. Bassa comunque l'affluenza alle urne, ben al di sotto del 50%. In attesa dello spoglio delle schede (dalle 8) a far discutere, in queste ore, è l'unico dato scientifico a disposizione, ossia l'affluenza alle urne. Un dato che conferma un calo vertiginoso del numero di siciliani che hanno deciso di esercitare il loro diritto di andare a votare: appena il 46,7%, in linea con il 2012. Un dato che induce a più di una riflessione. Meno della metà dei siciliani si è recata ai seggi. La provincia di Agrigento è la penultima, con il 39,6%. Ultima Enna, con il 37,7%. Chi si è astenuto lo ha fatto sull'altare di un'insoddisfazione più che palpabile. Non rendendosi conto, probabilmente, che chi vincerà le elezioni, ancorché legittimamente, lo avrà fatto con il consenso di una sorta di "maggioranza della minoranza". A Sciacca affluenza al 49,3%.