per smantellare la sanità pubblica nel nostro distretto, in particolare la funzionalità dell'ospedale di Sciacca, che dovrebbe essere soprattutto un presidio di emergenza-urgenza e che, anche come ospedale 'stroke', avrebbe dovuto garantire ai cittadini di un vasto territorio salute e sicurezza". Questa la posizione di Tribunale dei Diritti del Malato e Cittadinanza Attiva all'indomani del nostro servizio, che ha tratto spunto anche dalle riflessioni pubbliche del presidente dell'associazione "Orazio Capurro" Alessandro Capurro sulle criticità del "Giovanni Paolo II". Lilla Piazza per il Tribunale dei Diritti del Malato, e Pierina Di Martino per Cittadinanza Attiva, dichiarano di condividere le critiche sull'opportunità di impegnare risorse economiche, umane e strumentali in favore dell'ospedale di Ribera, perché questo non solo non migliora la qualità della sanità pubblica, ma di fatto la danneggia ulteriormente. Nel mirino (ma non è la prima volta) torna dunque quella che viene definita "irrazionale idea di utilizzare due presidi ospedalieri con funzioni similari ad appena 20 chilometri di distanza, forse unico caso in tutto il nostro paese", dicono Di Martino e Piazza. Le associazioni chiedono dunque di porre fine a quella che viene definita "un'agonia che attanaglia l'ospedale di Sciacca, che attraversa - osservano le responsabili di TDM e Cittadinanza Attiva - un periodo di grande sofferenza di cui sono vittime i malati ma anche il personale sanitario, costretto a sopportare in silenzio (anche a causa di norme e regolamenti) la propria insoddisfazione. Il Tribunale dei Diritti del Malato chiede infine di essere presente, con una propria rappresentanza, all'annunciato nuovo incontro tra i vertici dell'Asp, il sindaco e la presidente della commissione Salute dell'Ars Margherita La Rocca Ruvolo.
Intanto il vice presidente della predetta commissione Salute Carmelo Pullara torna ad attaccare Mario Zappia: "Ad Agrigento - dice Pullara - la sanità sta morendo sotto una visione ragionieristica e di alchimie amministrative volte ad una gestione delle risorse umane spesso in difformità alle previsioni delle logiche normative e alla emergenza quotidiana, forse a volte non tanto emergenza".
Nel mirino delle polemiche la situazione di pronto soccorsi e reparti, definita da "Terzo mondo", ma anche i ritardi delle procedure di reperimento del personale in un momento di grave impennata dei contagi e di aumento della popolazione sul territorio per la presenza dei tanti turisti. Stigmatizza, Pullara, la riduzione delle ore del personale assunto per l'emergenza Covid. E per Pullara la gestione sanitaria, definita da lui "senza idea delle priorità", è a tutto volta tranne che al principale fine di assicurare prestazioni sanitarie adeguate. E d'altra parte - attacca Pullara - siamo di fronte ad una gestione amministrativa lasciata senza una programmazione e senza una idea. Ribadisce, il deputato regionale, la necessità che si incrementi anche il personale sanitario non medico per sopperire all’assistenza e garantirne una adeguata, anche attraverso mobilità e stabilizzazioni. Questione, quella delle stabilizzazioni, al centro di polemiche per la decisione di dare priorità ai concorsi.
E sempre oggi il responsabile sindacale della Cisl Funzione Pubblica Alessandro Farruggia torna a sollevare il problema dei tecnici di laboratorio biomedico di patologia clinica del "Giovanni Paolo II", che essendo troppo pochi sarebbero sottoposti a turni massacranti non riuscendo a programmare le ferie estive.
E intanto continua ad essere un focolaio Covid il reparto di Nefrologia e Dialisi, con personale sanitario costretto a gestire sia i pazienti contagiati che quelli non contagiati. Questione per la quale i medici hanno chiesto di bloccare i ricoveri almeno per una settimana. Richiesta al momento non accordata. E si apprende lo stato di sofferenza di diversi altri reparti oltre a quelli già noti, dove la disponibilità di medici è talmente limitata da impedire loro di potere godere anche in questo caso del diritto alle ferie. A rischio i livelli essenziali di assistenza anche per la penuria gravissima di infermieri. Si apprende da indiscrezioni che una situazione assai critica riguarderebbe anche il reparto di Medicina. Insomma: la questione ospedaliera di Sciacca (e non solo di Sciacca, naturalmente), è al momento un vero e proprio nervo scoperto della vita pubblica. Che richiede un impegno con i riflettori sempre accesi (almeno questo) da parte della nuova amministrazione comunale.