che convocherà le forze dell’ordine per una verifica di quello che è successo negli ultimi giorni con gli incendi che, soprattutto nella giornata di martedì, hanno scatenato quello che ha definito “l’inferno di fuoco in città”. Non è stata la solita routine degli incendi estivi per il sindaco di Sciacca posto che le fiamme si sono generate, quasi contemporaneamente, in diverse zone rendendo difficilissimo l’operato dei Vigili del Fuoco, della Protezione Civile, della Forestale e di tutte le forze dell’ordine intervenute. Per queste ragioni ha ritenuto di dover riferire al Consiglio Comunale che ha apprezzato, seppure non siano mancati i richiami alle responsabilità dell’amministrazione sia in termini di verifica del rispetto dell’ordinanza che impone ai privati la pulizia dei terreni incolti che della necessaria opera di scerbatura delle aree pubbliche. Troppe zone della città sono ancora invase dalle sterpaglie. L’opposizione ha anche sollecitato il sindaco ad andare oltre la richiesta di maggiori controlli e presentare, se è il caso, un esposto alle forze dell’ordine.
In un clima disteso e collaborativo è stato poi approvato all’unanimità il punto relativo alle variazioni di bilancio per non perdere il finanziamento di 58 mila euro in favore di due scuole. Si tratta dell’intervento di parziale sistemazione della copertura della scuola Montessori e quello di messa in sicurezza dei cornicioni della scuola Agazzi.
Già in conferenza dei capigruppo, lunedì scorso, era emersa l’esigenza di salvare il finanziamento, notificato durante le elezioni amministrative, con il commissario che sostituiva il Consiglio Comunale che non ha invece ritenuto l’atto indifferibile e urgente. Circostanza stigmatizzata da più di qualche consigliere. Il rischio, dunque, era quello di perdere queste somme e l’opposizione ha dato la prima tangibile prova di voler lavorare nell’interesse della città approvando ieri sera la proposta di delibera della giunta, seppure con tempi risicati e senza i necessari approfondimenti.
Il clima sembra quello giusto, ma come ha tenuto a sottolineare la stessa opposizione la collaborazione e la disponibilità saranno garantite su tutte le questioni ritenute importanti per la città nel chiaro distinguo dei ruoli.
E, infatti, sulla designazione dei componenti delle commissioni consiliari non si è arrivati all’ipotesi di accordo con la maggioranza che sostiene l’amministrazione che pure era circolata nei giorni scorsi. Si è andati al voto e l’opposizione, forte dei numeri, ha di fatto acquisito la maggioranza dei componenti delle commissioni. Solo nella quarta e nella sesta il gruppo che sostiene Fabio Termine potrà contare su due dei quattro componenti.
Nello specifico fanno parte della commissione Affari Generali i consiglieri: Mandracchia, Blo’, Santangelo e Modica; della commissione bilancio i consiglieri: Bentivegna, Bellanca, Bono e Leonte; della commissione lavori pubblici: Bivona, Mandracchia, Maglienti e Curreri; della commissione sport, spettacolo, istruzione fanno parte: Maniscalco, La Barbera, Ambrogio e Ruffo; della commissione igiene e sanità i consiglieri: Cognata, Venezia, Campione e Clelia Catanzaro; della commissione attività produttive: Brucculeri, Grassadonio, Certa e Giuseppe Catanzaro.
Commissioni che si insedieranno nei prossimi giorni per eleggere i rispettivi presidenti ed essere pienamente operative.
Ieri sera sono stati anche designati i componenti della commissione elettorale. Ne fanno parte Mandracchia, Maglienti e Ambrogio, mentre i consiglieri Blo’ e Curreri faranno parte dell’ufficio di Presidenza. Consiglio comunale, dunque, pienamente operativo. Ieri sera, peraltro, c’è stato il giuramento dei due nuovi consiglieri, Giuseppe Catanzaro e Giuseppe Ruffo, che sono subentrati ai dimissionari Salvino Patti e Valeria Gulotta che hanno deciso di optare solo per la carica assessoriale, nonostante la legge consenta contestualmente di ricoprire il ruolo di consigliere.
Rinviato a data da destinarsi il punto relativo alle comunicazione del sindaco sulla composizione della giunta e il conseguente dibattito politico.