c’erano alternative nell’estate 2021 e così il 2 agosto AICA aveva preso le redini del servizio idrico integrato in provincia di Agrigento. Finiva la gestione commissariale e iniziava l’avventura della società pubblica voluta dall’assemblea dei sindaci dell’Ati, su forte sollecitazione di comitati e associazioni.
Un anno dopo i problemi che l’Azienda Idrica Comuni Agrigentini si trova ad affrontare sono ancora quelli di natura prettamente economica.
Eppure il primo bilancio, approvato ieri pomeriggio all’unanimità dal Consiglio di Amministrazione, in rappresentanza dei ¾ del capitale sociale, non si è chiuso in positivo soltanto a causa dell’aumento dei costi dell’energia. Dopo decenni di bilanci in forte, fortissima perdita, è già un risultato positivo, commenta oggi il Cartello Sociale della Provincia di Agrigento che ieri sera, proprio nella ricorrenza del primo compleanno di AICA, ha incontrato i vertici della Consortile e dell’Ati per un confronto a tutto campo sugli aspetti gestionali, a partire da quelli finanziari ed economici senza trascurare le prospettive del rifacimento di alcune importanti reti da cui dipendono risparmi considerevoli che incidono sui costi di funzionamento e di conseguenza sulle bollette. I componenti del Cartello Sociale hanno invitato i vertici dell’Azienda a continuare sulla strada del risanamento, anche procedendo senza indugio sulla strada di azzerare la percentuale dei morosi a partire dalle pubbliche amministrazioni perché, hanno ribadito, non si può essere inflessibili con i cittadini e tolleranti con chi ha il dovere di dare l'esempio.
Per il futuro si confida nella realizzazione dei progetti sulle reti idriche per migliorare il servizio, ma c’è anche un piano di manutenzione che riguarda diversi comuni. Il Cartello Sociale si dice fiducioso sull’operato di Aica, ma i problemi non risolti a distanza di un anno dall’avvio della gestione ci sono. Sul piano delle manutenzioni la città di Sciacca è un valido esempio di perdite idriche ormai storiche ed è passato troppo tempo dall’ultimo intervento effettuato. C’è poi anche la questione gestionale legata alla designazione due mesi fa di Domenico Armenio a direttore generale, ma di fatto impossibilitato ad assumere l’incarico perché non è stata accolta dalla Regione la richiesta della concessione dell’aspettativa. Si è fatto ricorso ad un incarico a tempo, conferito all’ingegnere saccense Francesco Fiorino che continua a svolgere il ruolo in attesa dell’insediamento del direttore generale. Pare che alla fine Armenio debba rinunciare e che alla direzione di Aica possa arrivare Claudio Guarneri.