E’ quanto ha annunciato questa mattina, al nostro telegiornale, il sindaco Fabio Termine anche in relazione all’apposito sollecito arrivato ieri dal Comitato Civico per la Sanità. E’ necessario che il sindaco assuma forti prese di posizione in difesa dell’ospedale di Sciacca e nel rispetto del riconoscimento della struttura come DEA di I° livello, aveva detto l’avvocato Ignazio Cucchiara sollecitando Fabio Termine a concordare l’azione con i sindaci del territorio che fa riferimento al nosocomio saccense.
Il sindaco ritiene necessario, prima di coinvolgere gli altri comuni, un confronto con il Consiglio Comunale di Sciacca, con lo stesso Comitato Civico per la Sanità e con le altre associazioni che seguono con particolare attenzione le vicende della sanità saccense. Riunione che Fabio Termine conta di svolgere la prossima settimana perché le criticità, relative soprattutto al personale in servizio, non possono attendere oltre.
Il sindaco ha incontrato lunedì scorso il commissario dell’ASP Mario Zappia e pur nella consapevolezza che la carenza di medici, soprattutto al pronto soccorso ma non solo, è comune a tante realtà ospedaliere, ritiene che non possa costituire una consolazione il fatto che il Giovanni Paolo II di Sciacca sia messo meglio rispetto alle altre strutture agrigentine.
Ancor più se si considera l’ultima novità che proviene dall’ospedale di contrada Seniazza. Pare, infatti, che per sopperire alle difficoltà del nosocomio di Licata sia pronta una disposizione di servizio per alcuni cardiologi in servizio a Sciacca per turni aggiuntivi, seppure ben remunerati.
Il problema è che analoga iniziativa non si è finora registrata al contrario, ossia da altri ospedali della provincia verso Sciacca, per non dire che nonostante lo straordinario ben pagato, c’è un limite anche alle ore di lavoro che si possono effettuare.
Insomma, c’è tanta stanchezza tra chi è chiamato a svolgere il proprio turno e anche ore aggiuntive, senza riuscire ad avere le agognate ferie.
Una situazione quella della carenza di medici, infermieri e ausiliari, che riguarda tutti gli ospedali e questo è un fatto innegabile. L’impressione che si ha, però, è che chi più protesta ( anche politicamente) più ottiene. La vicenda ha assunto, anche in considerazione del periodo estivo, i connotati di una emergenza che, ovviamente, non è addebitable soltanto all’ASP, ma che andrebbe portata al tavolo regionale.