sulla ferita all'interno di Alternativa Popolare. Lo indicano le stesse dichiarazioni pubbliche di Giuseppe Milioti, che non è riuscito a trattenere l'aplomb richiesto a chi, soprattutto tra i protagonisti del teatrino della politica, il più delle volte è costretto a dire quello che non pensa davvero. E così è già cominciata quella che negli anni della prima repubblica si chiamava riflessione. Con l'obiettivo di creare una nuova prospettiva. In tal senso l'appuntamento è già fissato: sabato prossimo a Roma, alla conferenza programmatica che Angelino Alfano ha già convocato. Militanti e quadri del partito chiedono una nuova strada, invocano una svolta. Angelino Alfano ha dato tutto quello che poteva alla causa del centrosinistra, con un posizionamento strategico all'interno dei governi che si sono succeduti, dopo il clamoroso strappo col Popolo della Libertà. Eppure i risultati elettorali si sono rivelati deludenti. Perfino in Sicilia, dove si ambiva ad un dato significativo. Il mancato raggiungimento del quorum del 5% è uno schiaffo che mette Angelino Alfano in mezzo al guado. Anche perché non c'è molto tempo per cercare di aggiustare le cose. La prospettiva elettorale è quella delle Politiche. Si voterà ad aprile, o al più tardi al maggio. Un appuntamento al quale AP rischia di arrivare letteralmente a pezzi. Sì, perché dentro il partito sta crescendo la fronda di chi vuol chiudere ogni rapporto con i Dem e riavvicinarsi almeno all'area moderata e popolare. A capeggiare questo movimento sarebbe Giovanni La Via, indicato vicepresidente di Fabrizio Micari, nel tentativo di caratterizzare il più possibile l'alleanza con il Partito Democratico. Alla conferenza programmatica di sabato pare che verrà chiesto ad Angelino Alfano di lasciare subito il governo, salutare l'alleanza col Pd di Matteo Renzi e riprendere subito in mano le sorti di un partito che sta soffrendo. Prima che sia troppo tardi. C'è la consapevolezza della difficoltà a tornare nel fronte di centrodestra, per le ragioni a tutti note, soprattutto per le difficoltà di rapporti con i nuovi leader Salvini e Meloni. Silvio Berlusconi troverebbe sicuramente il modo per recuperare il rapporto con Angelino Alfano. Il percorso privilegiato, almeno all'inizio, potrebbe essere quello di un'alleanza con l'UDC siciliano e con il gruppo di Idea Sicilia e Cantiere Popolare. Anche i protagonisti locali di Alternativa Popolare si domandano in che modo fronteggiare questa crisi. Giuseppe Marinello è da sempre vicino al leader agrigentino, sin dai tempi della sua prima elezioni all'Assemblea Regionale. Correva l'anno 1996. Il senatore saccense è sceso in campo candidandosi in prima persona a queste regionali, non riuscendo certo ad ottenere quel risultato nel quale magari sperava. È un fedelissimo, Marinello, e continuerà a seguire Alfano. Pare, invece, da indiscrezioni in nostro possesso, che Giovanni La Via abbia già telefonato ad alcune personalità di spicco, tra cui lo stesso Fabrizio Di Paola. L'ex sindaco è tra quelli che ritiene doverosa una svolta politica. Ci sarebbe anche lui tra coloro che pensano che sia giunto il momento di cambiare aria, altrimenti si rischia l'estinzione. Insomma: Alfano potrebbe essere messo alle strette e fare una scelta nuova. In Alternativa Popolare non mancano quelli che minimizzano quanto accaduto, convinti che si debba restare al governo. Ci sono poi, quelli, del fronte “autonomista”, disponibile a correre alle prossime Politiche da soli e con propri candidati. Gente che, forse, non ha letto bene i contenuti del “Rosatellum”, che premia le coalizioni. C'è, infine, il gruppo di chi vuole cambiare le cose. Ne fanno parte al momento Di Paola e La Via. Ma sembra una componente destinata ad affollarsi.