Minardo, segretario regionale della Lega, e Stefania Prestigiacomo, indicata dai forzisti Berlusconi e Miccichè. Dovrebbe uscire da questa rosa ristretta di nomi il candidato alla Presidenza della Regione Siciliana per la coalizione di centrodestra. La decisione finale, probabilmente, sarà presa direttamente a Roma a causa dei veti incrociati che sono stati registrati a Palermo. Non sono escluse, ovviamente, sorprese dell'ultim'ora. L'ex Presidente Raffaele Lombardo, per esempio, pur sostenendo la candidatura di Nino Minardo, rilancia proponendo il nome dell'ex magistrato Massimo Russo, già ex assessore regionale alla sanità, la stessa Lega, in alternativa a Minardo, punterebbe su Alessandro Pagano, mentre, secondo i beninformati, potrebbe essere proprio Gianfranco Micciché il nome forte proposto a sorpresa da Forza Italia. In mezzo a tutta questa confusione di nomi e di veti, riprendono quota le chances di Nello Musumeci, blindato da Fratelli d'Italia. Entro domani se ne dovrebbe sapere di più. Tutto potrebbe dipendere, poi, anche dalle scelte e dalle decisioni che verranno prese relativamente alla composizione di liste e collegi per le Elezioni Nazionali.
In totale i candidati alla Presidenza della Regione dovrebbero essere tre: il nome espresso dalla coalizione di centrodestra, Cateno De Luca del Movimento Sicilia Vera e Caterina Chinnici, che ha vinto le Primarie della coalizione di centrosinistra. Proprio a tal riguardo, De Luca, in una recente intervista, ha preannunciato il ritiro della candidatura della Chinnici, posto che l'alleanza tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle è saltata, e non potrebbe proporsi a Palermo quello che viene negato a Roma. Se questo fosse vero e con le primarie, di conseguenza, ridotte a carta straccia, potrebbe tornare in auge anche il nome di Claudio Fava, pronto a riunire centrosinistra e progressisti. In questo caso, i 5 Stelle proporrebbero un loro candidato di bandiera e la corsa alla Presidenza si amplierebbe a quattro nomi.