I giudici della Corte d'Appello di Palermo hanno confermato la sentenza di primo grado, con condanna a cinque anni di reclusione, nei confronti di Stefano Scoma, ed assolto il fratello Vincenzo per non avere commesso il fatto. Il Procuratore generale aveva chiesto per entrambi la conferma della condanna inflitta in primo grado, e dunque 5 anni per Stefano Scoma e tre anni e due mesi per il fratello Vincenzo. Quest'ultimo, nel giudizio di primo grado era stato condannato dal Tribunale di Sciacca per concorso anomalo nel tentato omicidio ed assolto dall'accusa di porto di un coltello. La difesa dei due imputati aveva chiesto l'assoluzione e la riqualificazione del reato da tentato omicidio a lesioni. La Corte d'Appello ha dunque confermato una parte della sentenza di primo grado, e per Vincenzo Scoma che è stato assolto, è stata disposta la revoca dell'obbligo di dimora a Ribera cui era ancora sottoposto. Una vicenda che risale ad ottobre del 2015 e che si consumò all'interno di una sala giochi del centro di Ribera dove una violenta lite culminò con l'accoltellamento di un giovane, colpito al polmone e per il quale si rese necessario il trasferimento urgente presso l'ospedale Fratelli Parlapiano prima e Giovanni Paolo II poi. Lite a quanto pare scoppiata per un telefono cellulare che Stefano Scoma avrebbe dovuto restituire al giovane che ha poi subito l'accoltellamento. La consegna poi sarebbe avvenuta ma la lite scoppiò ugualmente. Per Stefano Scoma, nei cui confronti è stata confermata la sentenza di condanna, è stata mantenuta la misura degli arresti domiciliari. Nel giudizio di primo grado inoltre, i due fratelli Scoma erano stati condannati anche al risarcimento, con una provvisionale di 5 mila euro, nei confronti della vittima dell'accoltellamento che si era costituita parte civile. E per Vincenzo Scoma, che è stato assolto dalla Corte d'Appello, viene meno anche questa parte della precedente sentenza.