Attività pubblica di urbanistica e lavori pubblici dunque che procede speditamente verso una situazione di collasso. A lanciare il grido d'allarme è stato uno degli stessi dirigenti in servizio, l'ingegnere Giovanni Bono, responsabile del settore Urbanistica. Lo ha fatto con una lettera firmata di suo pugno inoltrata all'Amministrazione comunale presieduta da Francesca Valenti. È, questa, una nuova emergenza per l'attività del Comune che se non riguarda l'attività di progettazione (che, come è noto, da anni non viene più espletata) fa finire sotto i riflettori quella tecnico-amministrativa, a partire dall'indispensabile esame e conseguente approvazione delle singole pratiche edilizie o urbanistiche presentate nonché dei lavori pubblici che, almeno si spera, verranno realizzati a Sciacca. “La situazione è drammatica”, ammette al nostro Telegiornale lo stesso assessore comunale all'Urbanistica Gioacchino Settecasi. Il quale ritiene indispensabile, in prospettiva, un ricorso a nuove assunzioni per rinfoltire gli uffici posti al primo piano del Palazzo comunale. Altrimenti il Comune non sarà più un presidio a tutela delle attività tecniche, anche in riferimento alla apparentemente banale manutenzione degli immobili di proprietà pubblica. Un auspicio, quello dell'ingegnere Settecasi, che però si scontra con le normative vigenti, quelle che da anni impediscono il turnover nella pubblica amministrazione. Insomma: chi se ne va non viene rimpiazzato, perché la legge lo impedisce. Si può procedere solo con qualche provvedimento tampone di mobilità di personale proveniente da altri enti. “Ma non è certamente questa la strada per potere risolvere questa emergenza”, dichiara Settecasi. Il problema dell'Ufficio Tecnico è solo la punta di un iceberg di un Comune con livelli occupazionali ormai datati, con un numero di dipendenti che si è assottigliato sempre di più e oggi non è più in grado di affrontare l'ordinario. Ufficio Tecnico che peraltro al momento, tra le centinaia di incombenze, ha anche quella di dovere dare seguito alle sentenze definitive della magistratura di demolizione di manufatti abusivi. Non si tratta di edifici da demolire ma di piccoli abusi: verande, tettoie, estensioni di fabbricati. Una decina gli interventi da effettuare. “Abbiamo diffidato i proprietari ad intervenire, se non lo faranno lo farà il Comune”. Ecco, ma tutti sanno che il Comune non ha i soldi necessari per potere intervenire direttamente. La soluzione trovata è quella di prevedere delle multe nei confronti dei diretti interessati. Sanzioni pecuniarie di entità variabile, comprese tra i 2 e i 20 mila euro. Un Ufficio tecnico che negli anni ha accumulato migliaia di pratiche di sanatoria edilizia, non istruite per mancanza di personale, quando se fosse riuscito a farlo avrebbe potuto permettere al Comune di incassare un bel po' di quattrini. E intanto si apprende che sono state inoltrate nelle scorse ore i documenti ad integrazione del Piano regolatore generale, fermo da due anni negli uffici del Territorio e Ambiente per la tanto attesa certificazione VAS. Si spera che si sia finalmente nella fase decisiva, dice l'assessore Settecasi. Giusto nelle scorse ore sulle lentezze collegate al Prg di Sciacca era intervenuto l'Ordine degli architetti di Agrigento. Che aveva anche sollevato la questione dello Sportello Unico per le Attività Produttive e dello Sportello unico per l'edilizia. Sezioni che, stando a quanto denunciato dai professionisti, a Sciacca non funzionerebbero a dovere. Sarà complicato, visti i chiari di luna e la riduzione di personale, poterle fare funzionare.