È così che oggi al nostro Telegiornale si schermisce Matteo Mangiacavallo. Ma nelle prossime ore diventerà ufficiale la notizia che il deputato regionale uscente (eletto 2 volte all'Ars sotto le insegne del MoVimento 5 Stelle) si ricandiderà per riconquistare uno scranno parlamentare a Sala d'Ercole. Stavolta lo farà però con Fratelli d'Italia, partito al quale ha aderito, a completamento di un percorso che lo aveva visto prima transitare nel gruppo politico di Attiva Sicilia, per poi avvicinarsi a Diventerà Bellissima, soggetto politico quest'ultimo legato a Nello Musumeci. Ma alle Regionali il simbolo di Diventerà Bellissima non ci sarà, anche perché Musumeci non sarà il candidato del centro destra. Da qui la scelta di Mangiacavallo di correre con il partito della Meloni. Nella lista in provincia di Agrigento correranno dunque due deputati uscenti, da una parte Matteo Mangiacavallo, dall'altra Giusy Savarino. Si prospetta una competizione a dir poco appassionante.
Così come altri 2 deputati regionali, Riccardo Gallo e Margherita La Rocca Ruvolo, saranno entrambi candidati nella lista di Forza Italia, partito del candidato alla presidenza Renato Schifani. Anche per la sindaca di Montevago è il terzo tentativo, dopo le precedenti due elezioni con l'Udc. Riccardo Gallo, però, dovrebbe essere candidato anche nel proporzionale (per la Camera dei deputati) in posizione utile per andare a Roma. Candidato ormai certo con Forza Italia sarà anche l'ex presidente della provincia di Agrigento Enzo Fontana. Per quanto riguarda i deputati uscenti, è nota da tempo la ricandidatura del saccense Michele Catanzaro sotto le insegne del Partito Democratico, mentre Carmelo Pullara correrà con Prima l'Italia, soggetto politico di riferimento della Lega. Roberto Di Mauro si candiderà con gli autonomisti, che col ritorno in campo di Raffaele Lombardo devono solo decidere con quale simbolo concorrere. Certo di una candidatura nel Movimento 5 Stelle anche Giovanni Di Caro. Si fanno naturalmente altri nomi di possibili candidati. È certa da tempo la discesa in campo di Salvatore Monte, accanto a Cateno De Luca. Sembra concretizzarsi ogni giorno che passa la possibilità di una nuova candidatura all'Ars di Fabrizio Di Paola. Si ipotizzava un ingresso nell'Udc. Scudo crociato (diretto a livello provinciale da Decio Terrana) che dopo avere interloquito con Prima l'Italia per una fusione dei simboli, sembra avere chiuso l'intesa con la Democrazia Cristiana Nuova di Totò Cuffaro. Prospettive che avrebbero allontanato Di Paola, corteggiato anche dal Terzo Polo (Calenda-Renzi) per il quale preferirebbe candidarsi per provare a conquistare un seggio a Palazzo dei Normanni, a sostegno della candidatura a presidente di Gaetano Armao. In Fratelli d'Italia sarebbe pronto a candidarsi anche Giovanni Di Caro, assessore nell'amministrazione di Matteo Ruvolo, mentre nella lista Udc-Dc correrà quasi certamente Carmelo Pace. Giuseppe Montalbano, storico dirigente della Cna di Sciacca, pronto a candidarsi con la lista di Claudio Fava, a sostegno della candidatura a presidente di Caterina Chinnici.
C'è in atto un gioco di possibili incastri anche per le candidature al Parlamento nazionale. L'ex magistrato Roberto Scarpinato (originario anche lui di Sciacca) sarà capolista nel proporzionale nel Movimento 5 Stelle, scelto personalmente dall'ex premier Giuseppe Conte. Come detto un altro saccense, Maurizio Blò, correrà sia nell'uninominale che nel proporzionale con Italexit di Gianluigi Paragone. Il sindaco di Sambuca Leo Ciaccio è pronto a scendere in campo a rappresentare il Terzo Polo nell'uninominale, ipotesi questa che nelle scorse ore aveva riguardato anche Filippo Bellanca. Le candidature nell'uninominale alla Camera (ancora molti dubbi per il Senato) interesseranno un candidato del Movimento 5 Stelle (il bivonese Filippo Perconti corre nel proporzionale) e, soprattutto, Calogero Pisano in rappresentanza del centro destra. E a proposito del raggruppamento di Azione (di Carlo Calenda), sembra che ci siano mugugni tra i dirigenti a livello provinciale per le decisioni assunte nel corso degli ultimi giorni in merito all'individuazione delle candidature nell'ambito dell'intesa raggiunta da Calenda e Renzi perché - secondo chi si lamenta - non sarebbe stata coinvolta la base.