da parte del governo Crocetta, sembra essere tornato ad avere una prospettiva il complesso termale di Sciacca. I soldi di Cassa Depositi e Prestiti dunque possono agevolare quell'intervento di recupero strutturale del patrimonio senza il quale nessun imprenditore al mondo si sarebbe potuto accollare l'impegno ad una acquisizione ai fini di una gestione. Questo va ricordato nel caso in cui non fosse ancora del tutto chiaro il motivo per il quale i bandi pubblici, che più o meno svogliatamente in questi anni a Palermo si sono inventati, sono andati regolarmente deserti. A prescindere dal problema di una durata della concessione che è comunque di primaria rilevanza.
Ma è una storia paradigmatica, quella delle Terme di Sciacca, di come la Regione Siciliana abbia ancora una volta fallito in un ruolo imprenditoriale. Fuori dalla Sicilia (per fortuna) i tempi sono cambiati, e oggi il mix pubblico-privato (Cassa Depositi e Prestiti è intervenuta anche negli stessi investimenti di Rocco Forte), è la prospettiva migliore possibile. Dalle nostre parti invece si è solo saputo chiudere gli impianti dopo che, tuttavia, la politica aveva tentato ancora una volta di speculare sulle Terme attraverso la costituzione di una discutibilissima società per azioni, che è al centro di una liquidazione infinita (quella nelle mani di Carlo Turriciano) che sembra una specie di tela di Penelope, con la Regione che ha dovuto ricomprarsi beni che erano già di sua proprietà, come le piscine Molinelli, pur di pagare i debiti.
Anni, quelli da cui siamo reduci, che oltre ai pellegrinaggi degli assessori regionali in carica, ha registrato anche le forti proteste di quella forza lavoro rimasta senza occupazione in parte dirottata negli uffici regionali, in parte (quella precaria) rimasta senza alcuna prospettiva. E dire che le Terme di Sciacca politicamente sono state anche una mucca munta da diversi soggetti politici. Sbagliano però quei saccensi che in questi anni hanno guardato solo agli aspetti più deleteri della rappresentazione clientelare di un patrimonio naturale unico, annoverato in tutta Europa, trascurando tutto il resto.
Dopo il tentativo della Regione di coinvolgere Inail adesso gli scenari sono cambiati. Perché i soldi del Pnrr, che Cassa Depositi e Prestiti metterà sul tavolo per far ripartire le Terme, ci sono fisicamente. E basterebbe soltanto questo a recuperare un po' di fiducia. E se questa prospettiva sta arrivando (più o meno casualmente) alla fine della legislatura regionale, pazienza. Si è perso troppo tempo, ma è inutile rimpiangere questo fatto. La fiducia può ripartire. E magari, finalmente, dopo gli incidenti istituzionali del recente passato, si confida che il comune di Sciacca possa tornare ad avere un ruolo attivo. Perché la marcia per le Terme voluta da Francesca Valenti scaturì dalla sostanziale incomunicabilità col governo regionale, che in molte circostanze, va detto, aveva perso la bussola. Questo nostro territorio, che continua ad essere terreno di conquista di politici di fuori interessati solo alla speculazione elettorale, non ha più bisogno di scontri ma di promozione dello sviluppo. La notizia odierna dell'intervento di Cassa Depositi e Prestiti è un ottimo punto di partenza. Anzi, per meglio dire (dopo un quarto di secolo dalla legge Capodicasa) è più adatto dire di ripartenza.