rispettivamente nel Pd e in Fratelli d'Italia. Ma, salvo ormai sorprese, i saccensi pronti a provare ad entrare all'Ars saranno in tutto 5. In corsa anche Fabrizio Di Paola, Giuseppe Montalbano e Salvatore Monte. Per Di Paola si prefigura il quarto tentativo, stavolta all'interno della lista del Terzo Polo, quello fondato da Carlo Calenda e Matteo Renzi, mentre tentano per la prima volta sia Montalbano (nella lista che fa riferimento a Claudio Fava) che Monte (con Cateno De Luca). Una carica di 5 rappresentanti della politica saccense che dunque vanno all'attacco. Chi per fare un'esperienza elettorale, chi giocandosi tutte le carte possibili, con gli occhi puntati non solo sullo sbarramento del 5%, ma anche sulla consistenza stessa delle rispettive liste provinciali. Perché non è automatico il seggio (sempre che si arrivi primi) soltanto con il superamento della soglia di sbarramento, visto che il meccanismo di assegnazione dei seggi, dopo le attribuzioni su scala provinciale, ad un certo punto si sposta su scala regionale. Il quadro comunque non è ancora definitivo. Ad incidere sono anche gli stessi equilibri interni ai singoli schieramenti. Nel centro sinistra è in atto una trattativa che appare complicatissima tra Pd e Movimento 5 Stelle, come rivela il ripetuto slittamento della direzione regionale Dem. Claudio Fava sembra aspettare la conferma della candidatura di Caterina Chinnici, che era stata incoronata da quelle Primarie giunte nel bel mezzo della crisi di governo Draghi e della porta sbattuta da Giuseppe Conte nei confronti di Enrico Letta.
I deputati uscenti agrigentini all'Ars sono 8 (tutti ricandidati), ma il collegio ne assegna 6. Gli altri 2 furono ripescati grazie alla loro presenza nel listino di Musumeci. Quest'anno ci sono delle novità sostanziali. L'approdo della lista Azione-Italia Viva, ma anche quello che riunisce Udc e Democrazia Cristiana di Totò Cuffaro rendono il quadro politico generale sicuramente più complesso rispetto a cinque anni fa. Tra i debuttanti a queste elezioni nel nostro territorio c'è anche l'ex sindaco di Ribera Carmelo Pace, che lavora su questa ipotesi dalla scadenza della sua esperienza amministrativa. In Fratelli d'Italia ci sarà anche Giusy Savarino, mentre in Prima l'Italia si candiderà Carmelo Pullara. Candidato con gli autonomisti del redivivo Raffaele Lombardo anche il veterano Roberto Di Mauro. Giovanni Di Caro (che stavolta non avrà come concorrente Matteo Mangiacavallo) riprova ad entrare a Sala d'Ercole dentro la lista del Movimento 5 Stelle. In Fratelli d'Italia ci potrebbe essere anche un altro Giovanni Di Caro, colui che è assessore al comune di Ribera.
Ma sulla vicenda elettorale c'è anche un gioco di incastri tra candidature all'Ars e tentativi di elezione al Parlamento nazionale. I termini per le Politiche scadono peraltro stasera. Margherita La Rocca Ruvolo sarà candidata anche a Roma, avendo avuto (e piuttosto inopinatamente, va detto) la meglio su Riccardo Gallo, che naturalmente correrà sempre per un seggio a Palazzo dei Normanni. A cercare una collocazione è anche un altro saccense illustre. Stiamo parlando di Giuseppe Marinello, che da tempo si è avvicinato a Fratelli d'Italia, accreditandosi presso la segreteria nazionale di Giorgia Meloni. Si parla per lui di un possibile collegio blindato per lui ma fuori non in Sicilia. E a questo proposito l'ipotesi è quella della regione Abruzzo, ma si sa che queste operazioni sono complesse e devono essere varate anche dai gruppi regionali. Di saccense, come abbiamo più volte detto, c'è anche Maurizio Blò alla Camera, e va ricordato anche l'impegno di Leo Ciaccio, sindaco di Sambuca, scelto da Davide Faraone in persona (che però aveva prima provato a convincere Filippo Bellanca) come candidato nell'uninominale Camera Agrigento con Azione-Italia Viva.