In una nota diramata oggi la storica associazione ambientalista parla di "una buona notizia per il Mediterraneo". Si riferiscono, i vertici di Legambiente, sia alla proposta relativa alla zona dell'Agrigentino, sia ad un secondo impianto eolico offshore da realizzarsi invece al largo di Pozzallo. Un giudizio favorevole su questi investimenti motivato dal fatto che il Mediterraneo è stato finora un luogo di estrazione di gas e petrolio. Ed invece, secondo il punto di vista di Legambiente, "dovrà diventare al più presto un mare dove produrre energia dal vento".
La questione come è noto si inquadra nel pieno di quella che unanimemente viene considerata una drammatica corsa al rialzo dei prezzi del gas che sta mettendo in ginocchio famiglie e imprese. Rialzo dei prezzi causato dalle speculazioni dei produttori di gas e aggravato dalla guerra in Ucraina, nell'ambito di una evidente crisi climatica che rischia di far diventare il 2022 - dicono quelli di Legambiente - "l'anno più caldo degli ultimi decenni, con l’emergenza idrica perenne al sud ed adesso anche al nord, le ondate di calore, gli incendi sempre più devastanti, lo scioglimento dei ghiacciai alpini". È dunque urgente, per Legambiente, procedere alla realizzazione degli impianti a fonti rinnovabili per chiudere gradualmente tutte le centrali a fonti fossili".
Un tema, quello del superamento dell'utilizzo dell'energia prodotta dal carbone, sul quale Legambiente Sicilia ha attivato una campagna denominata proprio "Sicilia Carbon Free", tesa a rendere autosufficiente dal punto di vista energetico, evidentemente con una pianificazione di prospettiva, la nostra regione. Obiettivo raggiungibile attraverso la facilitazione della realizzazione di impianti a fonti rinnovabili, promuovendo la realizzazione di impianti fotovoltaici nelle aree industriali e impianti agrivoltaici realmente integrati con l’attività agricola, impianti eolici a terra e offshore, nuove comunità energetiche in tutti i comuni, impianti di taglia industriale per produrre elettricità ma anche calore e biometano. Una presa di posizione, quella di Legambiente, che chiarisce da questo punto di vista, nel caso in cui ce ne fosse bisogno, anche il sostegno che è stato dato nel passato all'impianto a biogas metano nella ex distilleria Kronion di Sciacca.
"In questo percorso - sostiene Legambiente - sarà necessario coinvolgere i territori per migliorare i progetti presentati sulla terraferma o in mare, progetti che oltre a favorire la decarbonizzazione creeranno nuovi posti di lavoro, dei quali questa terra ha un grande bisogno". Legambiente Sicilia chiede al prossimo Governo e alla prossima Assemblea regionale di rendere più semplice questo percorso, diversamente da quanto fatto fino ad oggi, perché la transizione ecologica siciliana non arrivi con il solito colpevole ritardo.
Un tema che sta facendo discutere. Nei giorni scorsi i consiglieri comunali di Sciacca Calogero Bono e Ignazio Messina hanno scritto a Fabio Termine invitandolo ad opporsi a questo progetto, da loro ritenuto dannoso per la marineria (a cui sono già interdetti per motivi diversi alcuni importanti e particolarmente pescosi specchi d'acqua) ma anche per il turismo, per un impatto visivo e strutturale per chi sceglie le nostre zone per i propri soggiorni, oltre che per le navi da crociera. Un aspetto, quest'ultimo, che ha visto il primo cittadino di Porto Empedocle Calogero Martello manifestare la propria contrarietà, posto che l'Empedoclino è tuttora crocevia di passaggio di diportisti e di navi da crociera. La questione però come è noto oltrepassa i confini comunali. Questi investimenti vengono autorizzati direttamente a Roma. Forse è anche questo il motivo per il quale Fabio Termine non ha ancora dato una risposta alle preoccupazioni manifestate dai due consiglieri comunali. "Ma ai primi di settembre, in assenza di obiezioni, - avevano avvertito Bono e Messina - diventerà impossibile ostacolare questo investimento".
Il progetto riguardante l'area al largo del Mediterraneo, tra Porto Empedocle e Sciacca, è stato presentato dalla "Avenhexicon" di Milano al ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile, con una richiesta di rilascio della concessione demaniale marittima di 30 anni dello specchio acqueo di circa 346 chilometri quadrati. Il tema ovviamente è di strettissima attualità. Gli aspetti dell'impatto ambientale vedono oggi una presa di posizione chiara da parte di Legambiente. Come dire che è complicato dissertare sui temi del caro energia e della necessità che l'Italia produca in maniera più adeguata per il proprio fabbisogno energia pulita e poi opporsi a un progetto di tale portata. Anche se, naturalmente, non è accettabile che si assumano determinazioni e si concedano autorizzazioni senza alcuna concertazione con il territorio e con le sue attività produttive, a partire da un settore della pesca (e purtroppo lo sappiamo tutti molto bene) che sta attraversando una delle fasi più critiche della sua storia.