per illustrare il progetto di ampliamento del centro di compostaggio di contrada Santa Maria a Sciacca. Finalmente, nei giorni scorsi, è arrivato il decreto autorizzativo da parte della Regione ( si attendeva da oltre due mesi, dall’ultima conferenza di servizi che si era svolta il 15 giugno a Palermo). Il via libera dalla Regione consentirà adesso di espletare la gara d’appalto e realizzare i lavori necessari nell’arco ( si stima) di 8-10 mesi. Un progetto presentato da almeno tre anni, finanziato per un importo di circa 5 milioni e che consentirà di raddoppiare la capacità dell’impianto, dalle attuali 12 mila a 24 mila tonnellate. Significa porre fine ai problemi noti da tempo, ossia ai turni di ritiro che saltano o all’aggravio dei costi legato alla necessità di trasferire l’eccesso in altre strutture dell’isola. Ogni comune della SRR ha una quota che non può superare, per il resto si deve far ricorso ad altri impianti, ma con la differenza che conferire a Sciacca costa 160 euro a tonnellata, altrove 270 euro a tonnellata. Una volta che sarà realizzato l’ampliamento tutti i comuni dell’ex ato rifiuti potranno conferire l’umido al centro di contrada Santa Maria senza alcun limite. Peraltro pare che i lavori non dovrebbe comportare la chiusura dell’impianto, se non per un limitato periodo. Sseppure con i lunghi tempi della burocrazia, dunque, l’autorizzazione all’ampliamento del centro di compostaggio di Santa Maria è arrivata. Risolverà solo in parte il problema della gestione dei rifiuti e dell’aumento dei costi. La discarica di Sciacca, infatti, continuare a rimanere chiusa e non si hanno notizie rispetto all’attesa autorizzazione ai due progetti che da anni sono stati presentati per un importo di 20 milioni di euro. Consentirebbero nell’immediato l’ ampiamento della vasca V3 e poi la realizzazione di una nuova vasca, la V5, oltre all’impianto per il trattamento meccanico biologico. Progetti di cui si parla da anni, ma che ancora non sono alla fase esecutiva, mentre i 17 comuni dell’ex ato continuano a conferire l’indifferenziato negli impianti di altre province, con costi esorbitanti che,alla fine, a sostenere sono i cittadini con le bollette della Tari.
Ecco perché nonostante le alte percentuali di raccolta differenziata, che anche Sciacca non solo i comuni comuni hanno raggiunto, i costi del servizio lievitano di anno in anno. Il problema sono gli impianti.