nelle bollette, della quota variabile sulle pertinenze, e non solo sugli immobili, così per come si sarebbe dovuto fare. Vicenda venuta fuori nei giorni scorsi, dopo un'interrogazione presentata dal parlamentare grillino Giuseppe L'Abbate, che segnalava l'errore di calcolo commesso, costringendo lo stesso sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta ad ammettere l'errore, significando che in effetti in questi anni ci sarebbe stata un'applicazione sbagliata della legge. Le associazioni di categoria sono già scese sul piede di guerra. Gli uffici finanziari dei Comuni sono in tilt, e stanno facendo tutti gli approfondimenti del caso. Sono già iniziati i calcoli sui possibili rimborsi. Il punto è che la TARI si compone di una quota fissa e di una variabile. Quella fissa si calcola tenendo conto delle dimensioni dell'immobile, ossia i suoi metri quadrati; la quota variabile, invece, tiene conto del numero di componenti del nucleo familiare che risiede in quell'immobile. Quota variabile che, dunque, deve applicarsi solo una volta sull'intero immobile, comprensivo delle pertinenze (cantine, soffitte, garage e così via). E invece, ecco svelato l'inghippo, nelle bollette TARI giunte nelle case della gente la quota variabile è stata applicata tante volte quante sono le pertinenze in questione. E adesso è diventato oltremodo difficile capire quanto i contribuenti abbiano già versato impropriamente. Si calcola che nella maggior parte dei casi in qualche caso si sia pagato il doppio del dovuto. Ma per chiedere eventuali rimborsi è necessario attendere una circolare ministeriale del ministero dell’Economia, di cui lo stesso Baretta ha annunciato di volersi fare carico, magari in collaborazione con le associazioni dei consumatori. Il Codacons Sicilia ha chiesto ai 400 comuni siciliani di pubblicare sui propri siti internet le modalità di calcolo della tassa rifiuti applicate sul propri territorio. Ciò – afferma Francesco Tanasi Segretario Nazionale Codacons– al fine di determinare con esattezza quali amministrazioni abbiano interpretato in modo errato le norme, e consentire agli utenti di ottenere rimborsi per le maggiori somme pagate”. Rimborsi che per il Codacons dovranno essere automatici e non su richiesta dei residenti, applicabili anche attraverso sconti sulle prossime bollette Tari e comprensivi di interessi legali dalla data del pagamento della tassa ad oggi”. In caso contrario – avverte il Codacons, che pubblicherà sul proprio sito web le istruzioni utili a cittadini per verificare la correttezza della tassa rifiuti pagata negli ultimi anni – sarà inevitabile una miriade di ricorsi promossi dal Codacons contro le amministrazioni comunali responsabili di errori. Il punto è che adesso i cittadini vogliono sapere se sia giusto pagare le bollette già recapitate nelle loro case o se sia eventualmente il caso di aspettare l'eventuale ricalcolo, quanto meno, sulle tariffe del 2017, in attesa di capire cosa sarà di quelle precedenti. Un problema che naturalmente richiede eventualmente un intervento finanziario da parte del Governo centrale. Altrimenti i comuni rischieranno davvero il default. Gli unici che non saranno rimborsati saranno quelli (a Sciacca si stima che siano almeno il 60%) che da anni non pagano la tassa sui rifiuti. E, come si sa, gli aumenti sono stati fatti pagare a chi già pagava facendo il proprio dovere. Così come, peraltro, disposto da una discutibilissima legge.