altrettante organizzazioni di dirigenti medici (Cisl, Aaroi-Emac Anestesisti e Rianimatori, Anaao Assomed e Cimo Fesmed) la nota datata 7 settembre e indirizzata al commissario dell'Asp Mario Zappia, al direttore amministrativo Alessandro Mazzara e al direttore sanitario aziendale Gaetano Mancuso. Lamentano il fatto che la mobilità d'urgenza e interna sta causando il mancato rispetto della normativa sull'orario di lavoro e del diritto alla fruizione delle ferie. Chiedono, i firmatari della lettera (i dottori Giacomo Corsentino per la Cisl, Riccardo Calò per Aaroi-Emac, Giuseppe Spallino per Anaao Assomed e Rosetta Vaccaro per Cimo-Fesmed) la convocazione urgente per discutere di quello che senza mezzi termini definiscono "improprio utilizzo degli istituti contrattuali della mobilità d'urgenza ed interna", che produce come detto il mancato rispetto della legge sull'orario di lavoro e del diritto alle ferie. Tutto questo scaturisce dalle gravi criticità gestionali presso le unità operative aziendali di Pediatria/Neonatologia, Anestesia e Rianimazione, Pronto soccorso, Cardiologia e così via.
Situazione dunque ai limiti dello scontro quello tra operatori sanitari e direzione strategica. Una situazione, quella della imposta copertura di turni di servizio all'ospedale di Licata, che sta creando sempre più malcontento. Quello della necessità di dirottare medici al San Giacomo d'Altopasso è un tema di cui il nostro telegiornale si è occupato proprio ieri, evidenziando le disposizioni rivolte ai cardiologi dell'ospedale di Sciacca. Più recentemente la situazione della Pediatria è diventata particolarmente delicata, al punto tale che sono stati i primari (tra titolari e facenti funzioni) di Sciacca ed Agrigento a sottoscrivere la disposizione di servizio relativa alla necessità di garantire turni in quel reparto di Licata. Ma questa situazione, inizialmente accolta con disappunto pacifico, evidentemente si è trasformata in una emergenza che il personale sanitario, come rivela la presa di posizione dei sindacati degli stessi medici, non è più disponibile a sopportare oltre misura. Tutto questo per evidenziare che il racconto giornaliero sulle difficoltà operative all'ospedale non sono invenzioni o lamentele ingiustificate. È oggettivo il fatto che mancano i medici, ma la soluzione di sballottare quelli che ci sono da un ospedale ad un altro sta cominciando a mostrare la sua vulnerabilità.