e in pochissimo tempo i partecipanti diventano padroni assoluti di spazi e luoghi. Al tempo stesso però si rivela al contrario oltre misura complicato far smontare baracca e burattini e far tornare la situazione alla normalità. È questo quello che, di fatto, è successo sulla spiaggia di Bertolino, in territorio comunale di Menfi, dove denunce pubbliche all'autorità marittima e interventi delle forze dell'ordine di terra fino a stamattina non erano ancora riuscite a completare l'atteso sfollamento. La polizia di Stato ha creato un presidio di controllo, è stato imposto lo spegnimento della musica (che stando a quanto risulta fino a ieri pomeriggio giganteggiava), è necessario adesso che i mezzi (camper e camion arrivati alla spicciolata nel silenzio lo scorso fine settimana) lascino la zona. Una zona che, naturalmente, dovrà essere ripulita, con costi che (figuriamoci) saranno inevitabilmente a carico della collettività. Gli agenti di pubblica sicurezza dovrebbero avere identificato alcune persone probabilmente anche nell'ottica di procedere nei confronti di chi ha promosso una manifestazione non autorizzata (né peraltro autorizzabile). Sul caso ieri Mareamico, l'associazione ambientalista presieduta da Claudio Lombardo, ha evidenziato (in ordine all'abusivismo di iniziative del genere, pur nella consapevolezza che un rave party di solito sono ritrovi e concentrazioni di persone che non hanno bisogno di avere alcun via libera per potersi organizzare) che queste cose sono inaccettabili, perché sono a tutti gli effetti manifestazioni di violenza nei confronti della natura. Adesso l'attenzione è tutta rivolta a quello che rimarrà di questo stazionamento di oltre 70 ore di mezzi e camper a Bertolino.