Dalle nostre parti la vittima più illustre del sistema proporzionale, croce e delizia della politica italiana, si chiama Carmelo Pullara. È stato lui, con 9.000 preferenze circa, il candidato all'Ars più votato nel collegio di Agrigento. La lista era "Prima l'Italia", quella collegata con la Lega. Lista che ha ottenuto quasi 16.000 voti. Ma seggi a Sala d'Ercole: zero. Il gioco di incastri tra quozienti interi e resti più alti ha penalizzato Pullara. Che dunque non è riuscito a tornare all'Ars. Dire che sia stato "punito" dagli elettori sarebbe improprio. Chi viene "punito" normalmente non prende più voti di tutti. Ma queste sono le regole del gioco, e il primo ad esserne consapevole è il diretto interessato.
Alfa e Omega della politica siciliana sono gli estremi che, naturalmente, fanno notizia. Se, infatti, Pullara resta a casa, Serafina Marchetta, moglie del segretario regionale dell'Udc Decio Terrana, diventa deputata malgrado abbia ricevuto appena 25 voti nella lista della Democrazia Cristiana Nuova di Totò Cuffaro, nel collegio di Trapani (in quello di Agrigento era candidato il marito, giunto terzo dopo Carmelo Pace e Salvatore Fanara). Ma non è certo grazie alle 25 preferenze che Serafina Marchetta approda all'Ars. Se ci riesce è perché era stata inserita nel listino del presidente eletto Renato Schifani. Vincitori e vinti ormai sono definiti, anche se lo spoglio per queste regionali è andato spaventosamente a rilento, e ancora stamattina il portale elettorale della Regione Siciliana continuava ad indicare scrutinio incompleto nelle province di Agrigento, Caltanissetta e soprattutto Siracusa.
Nel collegio agrigentino confermati dunque gli 8 eletti (6 nel collegio, 2 nel listino, oltre a Serafina Marchetta è entrato anche Riccardo Gallo, che comunque sarebbe entrato come più votato nella lista di Forza Italia). Tornati a Palazzo dei Normanni Michele Catanzaro (Pd), Roberto Di Mauro (Popolari e Autonomisti), Margherita La Rocca Ruvolo (Forza Italia, seconda nella lista dietro Gallo) e Giusy Savarino (Fratelli d'Italia), mentre la prima seduta della nuova legislatura sarà un debutto assoluto per Angelo Cambiano (Movimento 5 Stelle, che ha battuto di una quarantina di voti l'uscente Giovanni Di Caro) e Carmelo Pace (Democrazia Cristiana). Non rieletto oltre a Pullara anche Matteo Mangiacavallo, la cui parabola (iniziata nel 2012 con una valanga di voti tra i grillini, con una conferma a furor di popolo nel 2017) si è conclusa con una manciata di preferenze dopo avere abbandonato il Movimento, un po' la stessa cosa che è successa a Roma con Luigi Di Maio, colui che eppure era il più potente di tutti.
Novità importanti ieri sono arrivate per le elezioni Politiche, dopo che il Viminale ha accertato originari errori di attribuzione dei seggi. Errori che avevano tolto il seggio perfino a Umberto Bossi, salvo poi rientrare. Errori commessi anche in Sicilia e la cui risoluzione ha permesso alla presidente del Pd agrigentino Giovanna Iacono di entrare a Montecitorio al posto di Annalisa Tardino della Lega.