le sue parole non sembrano escludere del tutto un possibile provvedimento estremo, come quello di disattivare (evidentemente in qualche zona del perimetro cittadino, non certo in tutte) la pubblica illuminazione. Una misura che al momento non è stata ancora adottata ma che potrebbe dunque rendersi necessaria alla luce (è proprio il caso di dirlo) dell'aumento di quasi 200 mila euro di bollette di energia elettrica in appena un trimestre. Situazione che il primo cittadino non esita a definire "gravissima" sul piano economico, con il timore che i prossimi mesi creino una voragine nei conti del comune. La questione è già stata oggetto di una variazione a salvaguardia degli equilibri di bilancio e, dunque, è tuttora sotto controllo. Punto che si accinge ad essere esaminato dalla competente commissione consiliare permanente, per poi approdare all'esame dell'aula.
Fabio Termine invoca l'aiuto del governo nazionale. Ma da Roma qualche sostegno ai comuni vittime, al pari di aziende e famiglie, del caro energia c'è già stato. A titolo di ristoro per gli aumenti in bolletta il comune di Sciacca si è già visto accreditati 137 mila euro sul proprio conto corrente. Altri stanziamenti sono in arrivo, e l'ufficio finanze ha calato anche queste somme nella manovrina che dovrà essere esaminata dal consiglio.
Nel 2021 il comune di Sciacca ha speso poco più di un milione e centomila euro di spese per energia elettrica, di cui l'80% riguardanti proprio la pubblica illuminazione. Le incertezze sui prossimi mesi inducono a ritenere che potranno esserci ulteriori aumenti dei costi energetici. E lo Stato centrale potrebbe non essere più in grado di soccorrere i comuni, che già hanno problemi gravissimi. Potremmo dunque prepararci ad una misura tampone come quella di spegnere le luci cittadine. Scenario che non può non preoccupare, e per tante ragioni, tutte facilmente immaginabili. Vedremo cosa accadrà.