vengono battute in lungo e in largo in queste ore le decine di zone di Sciacca che portano ancora i segni della pesante alluvione delle scorse ore. Cedimenti, allagamenti, sedi stradali impercorribili, trazzere in campagna dove diversi agricoltori, per le conseguenze del nubifragio, non riuscivano più a potere raggiungere i propri poderi. E sul lungomare di San Marco si sta cercando di ripristinare il ripristinabile, in una condizione dove, oltretutto, non è certamente l'ultimo temporale ad avere generato i disagi a tutti conosciuti. Sono questi solo alcuni dei lavori che grazie al primo stanziamento per gli interventi programmati di somma urgenza si stanno effettuando senza sosta con la sovrintendenza dei responsabili della Protezione civile comunale. E una delle notizie più importanti delle ultime ore è il ritorno alla regolare fruibilità del ponte Raganella, quello che peraltro era stato da poco ripristinato dopo anni di interruzione. La strada era stata completamente avvolta dal fango, e non era possibile attraversarla. Una situazione che dunque almeno da queste parti può dirsi tornata ad una parvenza di normalità. Rimane assai complicata invece la situazione del ponticello Carbone-Tummiolo (che è stato letteralmente cancellato dall'alluvione) e quella del ponticello che si affaccia sul torrente San Marco alla Foggia, dove resta non consentito il transito. Contrada Foggia che continua a insistere affinché si effettui almeno la pulizia del letto del torrente San Marco, anche se la popolazione chiede anche un intervento strutturale sulla conformazione del torrente, dove - dice chi se ne intende - c'è una curva che impedirebbe il regolare fluire dell'acqua. Quello che è stato vissuto a Sciacca nelle scorse ore è stato sicuramente un momento di grande apprensione, perché ormai le bombe d'acqua arrivano a cadenza ripetuta e sempre più ravvicinata. L'amministrazione ha garantito che nell'ottica futura la propria interlocuzione con la Protezione civile regionale, ma soprattutto con l'Autorità di bacino (nuovo ente provinciale recentemente istituito e, dunque, ancora alle prese con la propria organizzazione) per cercare di dirottare quanti più progetti e finanziamenti possibili a mitigare il rischio idrogeologico. Il Cansalamone sta tornando alla condizione precedente, ma ci si domanda in che modo sia possibile difendersi da fenomeni meteorologici così intensi come quelli che si verificano da alcuni anni. L'ondata di maltempo iniziata mercoledì scorso e terminata giovedì sera ha letteralmente devastato la zona del Trapanese. Così come ha annunciato il sindaco di Sciacca Fabio Termine, anche il commissario straordinario di Misiliscemi Carmelo Burgio ha già dichiarato la richiesta di stato di calamità naturale. E proprio a Misiliscemi stamattina ha voluto rendere una visita il neo presidente della Regione Renato Schifani, che ha chiesto al direttore del Dipartimento regionale della Protezione civile Salvo Cocina una relazione su tutto quanto è accaduto e le iniziative che sarà possibile adottare.