Sono pochi, tra dirigenti e manager, tutti quelli scelti dal Governo Crocetta, coloro che possono ragionevolmente sperare di rimanere in sella. Nel mirino della maggioranza che sostiene il nuovo governatore sono finite perfino le Asp. Eppure la legge impedisce che il nuovo governo possa sostituire i vertici degli ospedali. Ma stavolta il nuovo presidente dispone di una via d'uscita. Sì, perché di fatto gran parte delle Asp siciliane è gestita da un commissario straordinario. Incarico che va a scadenza tra alcuni mesi. Anche se, per la verità, i commissari straordinari dovrebbero essere sostituiti non prima della disponibilità materiale dell'attesissimo albo dei manager sanitari. Ma se gli incarichi si esauriscono non dovrebbe essere un problema nominare un altro funzionario. Insomma: lo scenario piuttosto concreto in provincia di Agrigento è quello che lascia immaginare una sostituzione di Gervasio Venuti, colui che a sua volta sostituì Salvatore Lucio Ficarra. Come dire che si dovrà ripartire da zero. Con la conseguenza che da queste parti l'attesa programmazione di una sanità più efficiente rischia di essere ulteriormente rinviata. Aldilà di ogni concetto di continuità amministrativa. Anche se non può certamente sfuggire che al momento sul futuro degli ospedali riuniti di Sciacca e Ribera siano state registrate solo belle parole. E non è poco, soprattutto se si considera che Ficarra non accettava nemmeno che qualcuno dicesse che all'ospedale le cose andavano male. Ma, di fatto, è cambiato ben poco. La sensazione prevalente è che si attendono ancora le assunzioni a tempo indeterminato e si interviene su singole situazioni sull'onda della cronaca, tipo la stabilizzazione del medico di oncologia Domenico Santangelo, che ha dovuto aspettare di vincere un concorso presso l'Asp di Catania prima di potere ottenere un'assunzione definitiva attesa da 14 anni. Una vertenza, quella dell'ospedale di Sciacca, ancora sotto i riflettori per i tanti problemi nei singoli reparti e per un'area di emergenza su cui i recenti provvedimenti di nomina di qualche medico non sono stati sufficienti. E mentre il numero di ascensori disponibili, tanto per dirne una, si assottiglia sempre di più, si attende l'incontro che il Comitato civico per la Sanità avrà a breve con i deputati regionali neoeletti. Due di loro (Matteo Mangiacavallo e Michele Catanzaro) sono di opposizione. Speranze che si rivolgono a Margherita La Rocca Ruvolo, esponente di maggioranza. Insomma: qualcosa in questa sanità agrigentina dovrà cambiare. Altrimenti il cambiamento si inquadrerà solo ed esclusivamente nel più tradizionale sistema da “levati tu che mi ci metto io”, tutto incentrato ancora una volta sulla gestione del potere, con buona pace di una collettività che registra un'assistenza sanitaria non certamente all'altezza della situazione.