al fine di accertare se ci siano preferenze attribuibili ma non attribuite a Ignazio Messina in 9 delle 27 sezioni indicate nel suo ricorso, e se ci siano preferenze attribuibili ma non attribuite a Fabio Termine in tutte le 8 sezioni indicate nel suo ricorso incidentale. Solo dopo il predetto accertamento il TAR potrà pronunciarsi. È questa la decisione contenuta nell'ordinanza licenziata stamattina dalla presidente della seconda sezione del Tribunale Amministrativo Regionale di Palermo Federica Cabrini sul ricorso presentato da Messina per l'annullamento del risultato elettorale del primo turno del 12 giugno scorso, quello nel quale gli sono mancati 18 preferenze per raggiungere il 40 per cento netto dei consensi e diventare lui il sindaco. Presidente del TAR la quale ha dunque ordinato alla prefettura di Agrigento di controllare le schede votate dagli elettori di Sciacca e oggetto di contestazione. Il tutto dovrà essere fatto entro il 24 marzo 2023, data fissata per la trattazione della causa.
Per la parte di Messina il TAR ha deciso che dovranno essere recuperate e controllate il numero complessivo di 41 schede votate dagli elettori nelle sezioni 11, 12, 16, 23, 28, 34, 35, 37 e 40. Per gli avvocati di Messina Stefano Polizzotto, Federica Borgia e Antonietta Sartorio queste schede contenevano la volontà dell'elettore a votare per il loro cliente, ancorché contenenti ora segni su 2 liste a lui collegate, ora segni su 2 liste ma anche sul suo nome prestampato. Il numero più alto di schede da verificare è quello della sezione numero 28. Il TAR vuole appurare se sia fondato il motivo di ricorso di Messina secondo cui si tratterebbe di voti non assegnati ma che comunque, stando al ricorso, sarebbero legittimi, visto che (sulla base di quanto evidenziato dai legali di Messina) in queste schede l'elettore ha segnato una delle liste a suo sostegno pur non segnando il suo nome.
Per la parte di Termine, il TAR ha deciso che dovranno essere recuperate e controllate il numero complessivo di 13 schede votate dagli elettori nelle sezioni 11, 12, 16, 28, 34, 37, 39 e 40. I motivi secondo cui gli avvocati di Termine Girolamo Rubino, Giuseppe Impiduglia e Calogero Marino ritengono che queste schede contenevano indicazioni di voto chiare e non attribuite sono anche qui doppi segni su simboli di partito della stessa coalizione che sosteneva Termine, ma anche doppie preferenze o indicazioni di candidati al consiglio per liste di coalizioni concorrenti. L'ordinanza firmata dalla dottoressa Cabrini contiene anche un elemento relativo alla regolarità della notifica nei confronti di tutti i soggetti coinvolti in questa causa. Il TAR ha chiesto al ricorrente (Ignazio Messina) di produrre agli atti, entro il termine perentorio di 20 giorni da oggi, copia dell'avviso di ricevimento della raccomandata contenente il ricorso indirizzata a colui che è stato eletto vicepresidente del consiglio comunale Alessandro Grassadonio. Scrive, nella sua ordinanza, la presidente del TAR, che la mancanza di questa ricevuta sancirebbe la improcedibilità del ricorso.
Questo dunque il quadro venuto fuori dall'attesa decisione della giustizia amministrativa. La verifica adesso entra nel vivo (accadrà tra 20 giorni, se e dopo l'acquisizione della ricevuta di ritorno di Grassadonio). Adesso c'è una nuova data: quella del 24 marzo prossimo. Quella nella quale il TAR dirà se il risultato elettorale del primo turno è stato diverso da quello che ha generato il ballottaggio.