sospeso lo scorso mese dalla Prefettura di Agrigento dopo la condanna per abuso d’ufficio. Lo ha deciso il giudice della sezione civile del Tribunale di Agrigento sostenendo che il provvedimento non avrebbe dovuto essere adottato nei confronti del sindaco di Aragona in virtù del fatto che era stato condannato per abuso d’ufficio tentato e non consumato. La legge Severino, in base alla quale la Prefettura di Agrigento lo aveva sospeso all’indomani della condanna, prevede che il reato sia consumato e non tentato.
La vicenda giudiziaria per la quale Giuseppe Pendolino era stato condannato a 5 mesi e 10 giorni di reclusione fa riferimento alla revoca dell’incarico nei confronti dell’ingegnere Salvatore Chiarelli, responsabile dell’ufficio tecnico comunale. Secondo quanto stabilito dai giudici della prima sezione penale del Tribunale di Agrigento la revoca dell’incarico era stata illegittima e frutto di una ritorsione nei confronti del dirigente comunale che si era rifiutato di accogliere alcune richieste del sindaco .
In particolare, secondo l'accusa, il sindaco Pendolino aveva cercato di costringere l'allora responsabile dell'ufficio tecnico a mettere le carte in regola su un immobile abusivo, di proprietà di una parente, per consentirne la vendita e avrebbe anche fatto delle pressioni per revocare la sanzione amministrativa. Il dirigente aveva denunciato la vicenda e si era costituito parte civile. A distanza di un mese, però, la sezione civile del Tribunale di Agrigento ha stabilito che la sospensione del sindaco di Aragona non avrebbe dovuto essere disposta dalla Prefettura in quanto il reato non è stato consumato. Giuseppe Pendolino torna, dunque, ad essere il sindaco del comune agrigentino dopo essere stato riconfermato alle elezioni del 12 giugno scorso.