E così anche dopo la recente tornata elettorale per le regionali, ma la storia della politica è ricca di simili episodi, fioccano i ricorsi in Sicilia, principalmente dai primi dei non eletti nelle varie liste. Da destra a sinistra, non vi sono differenze in questo caso, si tenta il tutto e per tutto quando invece, probabilmente, basterebbe un pizzico di sana autocritica sulle ragioni per le quali è arrivata la bocciatura da parte degli elettori.
Ad aprire le danze è stato l'ex sindaco di Alcamo Giacomo Scala che ha fallito l'elezione all'Ars nella lista di Sicilia Futura della provincia di Trapani. Nonostante sia risultato primo con più di 5 mila voti, non è scattato il seggio, ma tutto ciò non ha fermato Scala che ha presentato ricorso al Tar contestando la documentazione presentata da altre liste e altri candidati. In pratica, nei moduli per l'accettazione delle candidature non sarebbe stata riportata la legge Severino sui casi di possibile incompatibilità, ma una normativa del 1990. Molte candidature sarebbero state presentate con una documentazione monca, secondo tale obiezione, con effetti che potrebbero modificare la geografia politica della nuova Assemblea Regionale Siciliana, rispetto a quanto deciso dai siciliani il 5 novembre scorso.
In tanti, infatti, sono pronti a seguire l'esempio di Giacomo Scala e, di giorno in giorno, cresce la truppa degli sconfitti che si sono rivolti ai propri legali nella speranza di riacciuffare la poltrona perduta. E tra questi, come riportato anche dal Fatto Quotidiano, ci sarebbero gli agrigentini Giovanni Panepinto del Pd e Salvatore Iacolino dell'Udc.
L'ex sindaco di Bivona , a questo giro elettorale, è stato sconfitto dal saccense Michele Catanzaro per 238 voti. Dopo due legislature all'Assemblea Regionale Siciliana per Giovanni Panepinto è arrivato lo stop, nonostante le oltre 6 mila preferenze ottenute.
Come Panepinto, anche Salvatore Iacolino, ex europarlamentare, è arrivato secondo nella lista dell'UDC della provincia di Agrigento, dove è stata invece riconfermata Margherita La Rocca Ruvolo che è anche sindaco di Montevago.
E' chiaro che, laddove sussistano ragioni e motivazioni, è legittimo il ricorso al Tar ( spetterà poi ai giudici stabilire se sono fondate o meno), quel che suscita scalpore è che sono in tanti a non darsi per vinti, ma al contrario sono pronti ad attaccarsi al minimo cavillo pur di conquistare o riconquistare una poltrona all'Assemblea Regionale Siciliana. Pare anche che abbiamo creato un gruppo Whatsapp per raccordarsi e capire come raggiungere l'obiettivo.