E' questo il grido d'allarme lanciato da Ance Sicilia, Collegio Regionale Costruttori Edili Siciliani. “Le imprese del settore edilizio della Sicilia avanzano soldi da un anno ma, malgrado le reiterate promesse del precedente governo, il riaccertamemto dei residui è stato completato solo qualche giorno fa con la delibera di Giunta regionale del 23 novembre. Ci saremmo aspettati adesso, dichiara il presidente di Ance Sicilia Santo Cutrone, un colpo di reni da parte dell’amministrazione per affrettarsi ad onorare i propri impegni nei confronti di chi è stato costretto ad indebitarsi a causa dei ritardi burocratici, e invece abbiamo appreso oggi che la cassa regionale chiuderà il prossimo 12 dicembre. Sarebbe una beffa oltre al danno, perché è materialmente impossibile che uffici che non sono riusciti per mesi e mesi a preparare i mandati di pagamento possano farlo in meno di due settimane. E poiché è evidente che per varie cause anche nel 2023 sarà inevitabile andare in esercizio provvisorio e che le erogazioni non riprenderanno prima di giugno, bloccare i pagamenti pregressi adesso significherebbe costringere le imprese o ad aspettare un ulteriore anno o a dichiarare fallimento”. “Chiediamo – è l’appello dell'associazione costruttori edili siciliani – al presidente della Regione, Renato Schifani, e all’assessore all’Economia, Marco Falcone, un segnale di discontinuità col passato: cioè, non chiudere la cassa regionale e riunire urgentemente tutti i dirigenti generali per verificare cosa impedisca in determinati dipartimenti l’espletamento delle pratiche di saldo delle fatture e per disporre l’organizzazione di turni straordinari finalizzati esclusivamente a pagare tutte le imprese entro Natale”.