La questione stavolta riguarda il fermo biologico 2022 e colpisce molte imprese di pesca e precisamente quelle che hanno già effettuato il fermo a seguito della emergenza “caro gasolio” quando l’assessore regionale del tempo con proprio decreto del 16 marzo scorso diede la possibilità di effettuare i 30 giorni obbligatori del fermo pesca in Sicilia sin da subito al fine di consentire alle imprese di fermare le attività in considerazione dell’elevato prezzo del gasolio. Molte imprese di pesca in Sicilia (oltre la metà) avevano aderito a questa possibilità effettuando il previsto fermo obbligatorio in quel periodo. Ma a sorpresa, si scopre adesso che con una nota dello scorso mese di agosto a firma del direttore generale, per il Ministero le modalità di fermo pesca (cioè il periodo di inizio del fermo) previste in quel decreto sono da considerarsi illegittime e quindi il fermo biologico effettuato nel periodo compreso fino al 31/07/2022 non è valido, con la conseguenza che chi lo ha effettuato in tale periodo deve necessariamente rifarlo. Una vicenda sulla quale hanno già preso posizione le tre cooperative di pesca di Sciacca. La questione è già stata portata all'attenzione del nuovo ministro all'agricoltura, foreste e sovranità alimentare, sia attraverso una nota sia durante un incontro che si è svolto lo scorso fine settimana a Palermo. Ma, oltre al danno per le imprese che legittimamente avevano effettuato il fermo e che dovranno rifarlo, c’è la beffa per chi lo ha effettuato regolarmente dopo il 1 di agosto. Infatti, sempre a seguito della nota del Ministero, queste imprese, ancorchè non costrette a fermarsi, non potranno esercitare la pesca entro le 12 miglia dalla costa in applicazione di un articolo della norma nazionale del fermo pesca assolutamente non in linea con le modalità di applicazione del fermo in Sicilia. La questione registra anche una iniziativa del neo parlamentare regionale Nicola Catania che ha chiesto ed ottenuto la convocazione in Commissione attività produttive dell'Ars dell’Assessore regionale alla pesca e del Direttore generale del Dipartimento per affrontare l’emergenza del fermo biologico 2022 per i pescatori e gli armatori siciliani. L'iniziativa dell'onorevole Catania Nicola fa seguito ad un incontro con una delegazione della neonata associazione “Armatori liberi” di Mazara del Vallo. «La questione ruota attorno ai tempi di effettuazione del fermo biologico 2022 – spiega l’onorevole Catania – alcuni armatori già con l’entrata in vigore del decreto di marzo hanno ottemperato ai 30 giorni di fermo obbligatorio; mentre, con la modifica dovuta al richiamo del Ministero, ora rischiano di perdere il pagamento del fermo e di ricevere eventuali multe se non rispettano il nuovo periodo di fermo previsto dal 1° agosto al 31 dicembre». La questione è complessa, «e va affrontata con urgenza guardando a imprese e lavoratori che già da anni affrontano una crisi spaventosa del settore, alla quale non si può aggiungere un ulteriore danno economico», conclude l’onorevole Nicola Catania.