Certo, ieri sera in aula non c'era il consigliere comunale Armenio, ma alla fine il punto riguardante la ricognizione delle società partecipate è passato ugualmente con 9 voti a favore, cinque contrari e due astenuti. Via libera, dunque, alla società RIBERA AMBIENTE, quella che dovrà gestire il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani all'interno del piano ARO. Pace, però, ha rischiato grosso. L'assenza contemporanea di quattro consiglieri, alla fine, non ha causato grossi disagi. Non c'erano nemmeno i due dell'UDC, (Mulè e Turano) che fanno riferimento al senatore Peppe Ruvolo. Federica Mulè oggi spiega che la sua assenza ieri sera non scaturisce da alcuna ragione di strategia o tattica politica. “Siamo nettamente distanti dall'amministrazione Pace”. Un modo per spazzare via qualsiasi possibile sospetto su un presunto riavvicinamento tra zio senatore e nipote sindaco. D'altronde lo stesso Peppe Ruvolo al Giornale di Sicilia in edicola oggi ha fatto sapere che ormai il dado è tratto, e a Carmelo Pace chiede le dimissioni, minacciando in caso contrario la mozione di sfiducia in Consiglio comunale. Insomma: il clima è teso, tesissimo. Il sindaco aveva già preso atto delle sue difficoltà, ma dopo l'appello della sera prima, nel quale i suoi dieci sostenitori erano tutti in aula, la situazione di difficoltà sembra tutt'altro che superata. È, quello che sta succedendo, probabilmente anche il retaggio del recente risultato elettorale, quello che ha visto bocciati dal voto i due più importanti sostenitori dell'amministrazione comunale di Ribera, ossia Salvatore Cascio e Giuseppe Marinello. Sembra essere iniziato il cosiddetto “riposizionamento” dei singoli consiglieri comunali, alla ricerca di nuovi ombrelli sotto i quali ripararsi. Niente di nuovo sotto il sole, insomma. Fa parte tutto delle cosiddette dinamiche politiche. Ma Carmelo Pace minimizza, ed è convinto di riuscire a portare a termine il mandato con questi dieci consiglieri. Non ha molte alternative, al momento. Bisognerà capire cosa potrà accadere, se ci saranno altri consiglieri che, come Quartararo e Tramuta (quest'ultimo addirittura eletto nella lista dello stesso sindaco) possano saltare il fosso e passare all'opposizione. Se così fosse sarebbe uno stillicidio potere resistere da qui al 2020. Ora, se queste difficoltà possano essere il viatico per una sfiducia in Consiglio, è difficile da dirsi. In ogni caso tra pochi mesi si voterà per le elezioni politiche, e la mossa di Ruvolo di minacciare la mozione di sfiducia è sicuramente significativa anche in quell'ottica.