Italia e 100 di queste soltanto in Sicilia se dovesse essere approvata la nuova rete scolastica calata nella Legge di Bilancio 2023, una riforma che porta il numero minimo degli alunni per scuola da 600 a 900 unità. I territori marginali, dove l'emigrazione e la denatalità la fanno da padrone, potrebbe ritrovarsi, di conseguenza, con istituti comprensivi dal territorio enorme, con riduzione dei posti di lavoro ed evidenti difficoltà nella gestione di tutti i vari plessi, dislocati tra decine e decine di comuni, per arrivare alla quota minima di 900 studenti. Per cercare di arginare questo problema i deputati regionali della Democrazia Cristiana Carmelo Pace e Ignazio Abbate hanno presentato un'interrogazione urgente, a risposta scritta, al Presidente della Regione e all’Assessore all’Istruzione per chiedere di aprire un tavolo di concertazione con il Governo Nazionale e stoppare così questa norma. Se la riforma della rete scolastica, proposta dal Governo Meloni, dovesse andare in porto, la Sicilia si ritroverebbe a che fare con una nuova ondata di accorpamenti fra istituti a danno di studenti, docenti e dirigenti scolastici.
Nell'interrogazione si punta l'attenzione anche sul numero minimo di alunni che servono per la formazione di una classe, altro problema urgente che riguarda in particolar modo le scuole delle aree periferiche e rurali, con studenti indirizzati, sempre di più, a chilometri e chilometri di distanza.