Questa volta è successo all'ospedale San Giacomo d'Altopasso di Licata dove il primario e i medici del reparto di medicina sno stati aggrediti verbalmente e minacciati per avere chiesto ad alcuni parenti di un degente di indossare la mascherina, obbligatoria nelle strutture sanitarie. A denunciare l'episodio, attraverso il proprio profilo social, è stato lo stesso primario dell'unità operativa Giuseppe Alaimo. "Vivere e lavorare in questa società - scrive - ormai è diventato assolutamente improbo. L’uso della mascherina è obbligatorio quantomeno fino al 31 marzo ed è previsto l’ingresso di assistenti, parenti e/o visitatori nella misura di uno per volta. Ebbene, solo il semplice fatto di chiedere di rispettare le regole diventa quasi lesa maestà. Nella giornata di ieri (ma avviene praticamente tutti i giorni), siamo stati aggrediti verbalmente e minacciati al punto da dover richiedere l’intervento dei carabinieri prontamente intervenuti". Il medico poi aggiunge: "Ormai siamo diventati oggetto di scherno e bersaglio facile da parte di una pletora di maleducati. Non c’è più alcun rispetto per i ruoli ma soprattutto non c’è più rispetto per la persona in se per se. Veniamo in ospedale per cercare di fare del nostro meglio e ci prodighiamo quotidianamente per garantire la salute dei nostri pazienti, chiediamo solo di poter lavorare con serenità". Un episodio, l'ennesimo, che giunge a poche settimane dalla marcia contro la violenza sugli operatori sanitari organizzata ad Agrigento il 10 dicembre scorso quando medici ed infermieri hanno sfilato lungo le vie della città dei Templi per dire basta a violenza e aggressioni nei confronti del personale sanitario ma anche per richiamare l'attenzione delle istituzioni sulle criticità legate alla carenza di personale che poi determinano disservizi ed esasperazione nell'utenza. Un sit – in di protesta organizzato dopo l'omicidio di Gaetano Alaimo, il cardiologo di Favara ucciso all'interno del suo ambulatorio dal bidello Adriano Vetro, paziente del medico. Dalla provincia di Agrigento a quella di Palermo, la situazione non cambia. E' delle scorse ore la notizia dell'aggressione subita da un operatore sanitario del Pronto Soccorso dell'ospedale dei Bambini del capoluogo siciliano. “Il drammatico fenomeno della violenza sugli operatori sanitari non può essere sottovalutato. Non è immaginabile che un professionista debba essere oggetto di aggressioni verbali o fisiche da parte delle persone di cui si sta prendendo cura". Così il deputato regionale Michele Catanzaro, capogruppo del Pd all’Ars, nel commentare l’episodio. “La situazione nelle corsie dei reparti di emergenza sanitaria è gravissima ed è acuita dalla carenza di personale e dal sovraffollamento dei reparti, prosegue Catanzaro. È indispensabile trovare soluzioni che migliorino le condizioni di lavoro di medici e personale infermieristico, a partire dal potenziamento delle unità di personale. Nei prossimi giorni - conclude Michele Catanzaro - sentirò i rappresentanti sindacali della categoria per valutare insieme quali iniziative possano essere potate avanti per tutelare il diritto alla salute dei cittadini e l’incolumità fisica degli operatori sanitari”.