o arrestato a Palermo lo scorso 16 gennaio, l'altro da Campobello di Mazara, città dove il boss ha vissuto stabilmente negli ultimi anni. I cittadini di Castelvetrano, con in testa il sindaco Enzo Alfano, sono partiti dall'edificio ex Mocar, ultimo immobile della città confiscato alla mafia. I cittadini di Campobello di Mazara, con in testa il sindaco Giuseppe Castiglione, sono partiti dalla Chiesa Madonna di Fatima. L'appuntamento finale è stato in vicolo San Vito, dove si trova il primo covo del capomafia. Presenti ieri sera anche i sindaci del comprensorio, tutti con la fascia tricolore, e soprattutto tanti giovani e tanti studenti con manifesti e cartelloni con pensieri, frasi e citazioni contro la mafia: "Campobello libera", "No alla mafia", "Castelvetrano 16 gennaio la nostra liberazione", "La Sicilia è nostra e non di cosa nostra". Presenti alla manifestazione anche il vescovo di Mazara del Vallo, monsignor Angelo Giurdanella, e l'emerito monsignor Domenico Mogavero. Parole forti, quelle pronunciate dal sindaco di Campobello di Mazara Giuseppe Castiglione, che ha difeso la sua comunità spesso dipinta come città come omertosa: Qui stasera c’è la gente perbene, che è la stragrande maggioranza a Campobello come nel resto della Sicilia, c’è la città che si ribella alla mafia e che è al fianco delle forze dell’ordine e dello Stato. Respingiamo l’immagine di una comunità collusa e omertosa, i cittadini possono avere paura, ma questa paura deve essere sconfitta dalla presenza dello Stato”, ha detto nel suo intervento il sindaco Castiglione il quale ha poi ribadito la proposta lanciata nei giorni scorsi, quella cioè di intitolare una strada in ogni città del Trapanese al 16 gennaio, giorno della cattura del padrino di Castelvetrano, perché “questa data resti a futura memoria”. “Smettiamola di parlare di “mafiosi”, di ‘famiglia del mafioso’: sono assassini e stragisti, il 16 gennaio è stata per noi una giornata straordinaria. Queste invece le parole del sindaco di Castelvetrano Enzo Alfano che ha poi aggiunto: “questo è un territorio che dopo 30 anni si lecca le ferite, ci venga dato un giusto ristoro per questa presenza che per 30 anni ha impedito all’imprenditoria sana di crescere: questo territorio diventi zona franca, non solo dalla mafia ma anche dai tributi per portare qui imprenditori veri. Solo così si azzera la mafia”. Al corteo della legalità di ieri sera è intervenuto anche il vescovo di Mazara del Vallo. “Questa sera insieme diciamo ‘no’ ad una presenza che ha schiacciato e che ha reso schiavo questo territorio, ha dichiarato monsignor Angelo Giurdanella. Questa è la sera in cui le forze buone si mettono insieme e quanto più il bene avanza tanto più il male arretra. Lavoriamo insieme per sconfiggere le forze delle tenebre, che non danno alcun futuro. Adesso si può scrivere una pagina nuova per questo territorio”, ha concluso il vescovo di Mazara del Vallo.