di un quantitativo rimasto misterioso di reperti archeologici di relitti romani sommersi nei fondali del Mediterraneo, tra la Sicilia e la Tunisia, operata da un sommergibile nucleare americano agli ordini dell'oceanografo statunitense Robert Ballard, l'ispettore onorario dei Beni culturali Domenico Macaluso torna a denunciare ciò che considera un autentico abuso commesso in spregio alle regole del diritto internazionale.
Sulla vicenda sono tornati ad accendersi i riflettori dopo che, in occasione di alcuni convegni promossi dall'Unesco, compresa la presentazione di un libro sulla figura del professor Sebastiano Tusa, è stata evidenziata la necessità di un'operazione verità e di recupero del maltolto.
Una vicenda sulla quale la procura della Repubblica, al tempo della depredazione, aveva aperto un'inchiesta. Ma stranamente su questa storia è calato un silenzio diplomatico che Macaluso considera inaccettabile.