anticipate di due settimane. Queste, almeno, sono le intenzioni del governatore della Regione Siciliana Renato Schifani che vorrebbe allineare la data in cui si svolge la tornata siciliana con la data indicata da Roma per le amministrative nelle altre regioni. Non c'è ancora niente di ufficiale, ma tutto sembra andare verso questa direzione. Praticamente le elezioni amministrative si dovrebbero tenere i prossimi 14 e 15 maggio anziché nei già fissati giorni del 28 e del 29 maggio. Il governatore attende di avere certezza della data che sceglierà il governo nazionale, poi porterà in giunta la proposta di allineare la Sicilia al resto del Paese. “È un fatto di immagine – ha detto Schifani – se Roma punta su una data vicina alla nostra non vedo perché noi dovremmo distinguerci.
La spesa, tra l'altro, sarebbe invariata”. La mossa ha aperto un dibattito all'interno della maggioranza: non tutti i partiti, infatti, sarebbero d'accordo su questo cambio di data. Tra i più restii ci sarebbe Fratelli d'Italia. Contemporaneamente a quello della scelta della data delle elezioni, nella maggioranza si sta aprendo un secondo fronte. All’ARS, Democrazia Cristiana e Fratelli d’Italia hanno portato avanti un disegno di legge che permette ai sindaci uscenti di avere non solo un secondo, ma anche un terzo mandato nei Comuni fino a 15 mila abitanti. Il disegno di legge, composto da un solo articolo, è stato già approvato in Commissione Affari Istituzionali e, probabilmente, la prossima settimana arriverà all'esame dell'Aula.
A quanto pare, Schifani, letta la norma approvata in commissione, ha storto il naso. Gli uffici di Palazzo d’Orleans hanno fatto un approfondimento e concluso che la norma in via di approvazione all’Ars sarebbe incostituzionale. Ci sono numerose sentenze della Consulta che in materia di elettorato passivo (quindi di candidabilità) impongono di non introdurre differenze rispetto alle regole nazionali. E poiché nel resto d’Italia, come in Sicilia, il terzo mandato è possibile solo nei Comuni con meno di 5 mila abitanti, Palazzo d’Orleans avrebbe l'intenzione di bloccare questo progetto. Nei prossimi giorni se ne saprà di più. In provincia di Agrigento sono 14 i Comuni che saranno chiamati a rinnovare i propri sindaci e consigli comunali. Si tratta di, in ordine alfabetico, Burgio, Calamonaci, Castrofilippo, Cianciana, Grotte, Joppolo Giancaxio, Licata, Lucca Sicula, Menfi, Ravanusa, Sambuca di Sicilia, San Giovanni Gemini, Sant'Angelo Muxaro e Santo Stefano Quisquina. Licata sarà l'unico centro con il sistema proporzionale, mentre gli altri voteranno con il sistema maggioritario, ossia chi prende più voti vince.