e il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, si sono incontrati oggi presso la sede del Mimit. All'incontro ha preso parte anche l'assessore alle Attività produttive Edy Tamajo. Urso ha assicurato al presidente Schifani che il ministero sta avviando a soluzione il tema della continuità produttiva per i lavoratori Almaviva. Inoltre, sono state fornite rassicurazioni sulle procedure per garantire la continuità del Polo industriale di Priolo. Sul rilancio dello stabilimento di Termini Imerese e le relative procedure per il contratto di sviluppo, Urso ha dichiarato che a breve sarà convocato l’apposito tavolo con tutte le forze sociali e con gli enti locali. Il ministro e il presidente hanno infine espresso la convinzione che anche le Terme di Sciacca e di Acireale possano tornare a essere poli di sviluppo per il territorio.
Diciamoci la verità: la considerazione sul futuro delle Terme di Sciacca ed Acireale condivisa dal presidente della Regione Schifani e l'assessore alle Attività produttive Tamajo da una parte, e dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso dall'altra, non può essere considerata certo un 'effetto speciale' che, in qualche maniera, possa più o meno tornare a stupire una comunità che da anni si sente ripetere sempre le stesse cose. Ma è comunque pur sempre una novità, che giunge nel centro del dibattito sulle Terme, a 8 anni dalla sciagurata decisione dell'allora governo Crocetta di chiuderle. Un dibattito all'interno del quale si è dovuta registrare, recentemente, la umiliante bocciatura decisa da Cassa Depositi e Prestiti di un'idea di rilancio del patrimonio attraverso l'utilizzo di un investimento grazie ai fondi del Pnrr, inseriti in un apposito bando nel quale inutilmente si è sperato. La dichiarazione congiunta sulla convinzione, espressa dal governatore e dall'esponente dell'Esecutivo Meloni, che anche le Terme di Sciacca ed Acireale possano tornare ad essere poli di sviluppo per il territorio, per come si sono messe le cose, è una specie di rinnovo della patente. E tuttavia è forse necessario sforzarci di trovare un elemento positivo. Se il presidente della Regione ha ritenuto di fare questa dichiarazione, può averlo fatto sia per dimostrare che la questione forse non è destinata al dimenticatoio o, peggio, all'oblio, sia per annunciare, pur in un ambito di estrema prudenza, che a qualcosa si sta pensando. È possibile anche che ci si trovi dinanzi ad una risposta non tanto alle recenti nuove invocazioni di associazione Ora Basta e Comitato civico Patrimonio Termale, quanto alla dura dichiarazione del capogruppo del Pd all'Ars Michele Catanzaro, che gli ha chiesto quali intenzioni abbia l'attuale governo della Regione, proprietario degli immobili. Il confronto adesso si basa sulla possibilità di avere da Palermo risposte concrete, che vadano finalmente al di là di una liquidazione della Spa che non può ragionevolmente durare tutti questi anni, puntando finalmente su uno scenario nel quale, con ogni probabilità, la possibilità di trovare un privato a cui accollare tutti gli impianti (compresi quelli che per qualunque privato rischiano di essere solo un peso e non un'opportunità economica appare sempre più remota. Non dimenticando, come opportunamente ha fatto notare il Comitato Patrimonio Termale, che le acque termali sono la vera ricchezza di questo progetto. Oggi va preso atto che le Terme di Sciacca ed Acireale esistono ancora nella testa di chi governa la Sicilia (e non solo la Sicilia). Prendiamo per buono almeno questo. Per completezza d'informazione, l'incontro romano tra Schifani e Tamajo con Urso, nella sede del ministero che una volta si chiamava dello Sviluppo Economico, è servito a fare il punto sulla vertenza dei lavoratori Almaviva, su quella del polo industriale di Priolo e sui lavoratori dello stabilimento di Termini Imerese. Il ministro ha assunto degli impegni volti alla soluzione del problema, annunciano la convocazione, a breve, di un apposito tavolo con tutte le forze sociali e con gli enti locali.