e formazione professionale Mimmo Turano la decisione della dirigente scolastica di sospendere per 10 giorni Laura Bonafede, la maestra elementare figlia del vecchio boss di Campobello di Mazara che si incontrava con Matteo Messina Denaro mentre costui era latitante. "La vicenda del coinvolgimento della maestra costituisce - dice Turano - una priorità all'attenzione della Regione Siciliana e dell'assessorato all'Istruzione. Apprendiamo dall'Istituto comprensivo Capuana-Pardo di Castelvetrano, con cui siamo in costante contatto, che la dirigente scolastica ha firmato la sospensione cautelare dal servizio dell'insegnante Laura Bonafede da domani e fino al 31 marzo". Lo dice l'assessore regionale all'Istruzione e formazione professionale, Mimmo Turano, dopo i procedimenti emessi dall'Autorità giudiziaria nei confronti della docente in servizio alla scuola dell'infanzia dell'Istituto comprensivo Capuana-Pardo di Castelvetrano.
"Si tratta di un primo passo che sarà certamente seguito da un provvedimento disciplinare emesso dall'Ufficio scolastico regionale che è preposto a questo compito – ha aggiunto Turano –. Da parte mia scriverò al ministro dell'Istruzione e del merito Valditara, perché possa prendere ulteriori provvedimenti necessari affinché questa persona non abbia più alcun contatto con il mondo della scuola, tenuto conto del clamore negativo e del turbamento che il provvedimento giudiziario a suo carico ha suscitato nella collettività e in particolare nell'ambiente scolastico, e delle conseguenti ripercussioni sull'intera istituzione scolastica regionale di cui possono essere compromesse la credibilità e l'immagine".
"Abbiamo il dovere – conclude Turano – di difendere il lavoro di tanti docenti degli istituti siciliani che quotidianamente trasmettono valori di legalità ed etica agli alunni e che sono alla base della scuola".
Resta in carcere intanto la sorella di Matteo Messina Denaro, Rosalia, arrestata nelle scorse settimane per associazione mafiosa. Lo ha deciso il tribunale del Riesame di Palermo che ha respinto l’istanza di scarcerazione presentata dai legali della donna e l’ha condannata al pagamento delle spese. Rosalia Messina Denaro è accusata dai pm della Dda di aver gestito la cassa del clan e la rete delle comunicazioni del fratello durante la sua latitanza. Decine i pizzini trovati nella sua abitazione di Castelvetrano e di Campobello di Mazara. Uno dei bigliettini scoperti dai carabinieri del Ros, a dicembre, mentre piazzavano una microspia nella casa della Messina Denaro, nascosto dentro l’intercapedine di una sedia, ha dato input all’indagine che ha portato alla cattura del capomafia. L’inchiesta è coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia, dall’aggiunto Paolo Guido e dai sostituti Piero Padova e Gianluca De Leo. In un altro pizzino il boss riferiva alla sorella di non volere morire in carcere, che se il tumore non gli avesse lasciato scampo si sarebbe piuttosto suicidato.
La Cgil di Agrigento ha deciso di costituirsi parte civile nel processo a carico di Matteo Messina Denaro. Lo ha fatto oggi, 21 marzo, inizio della primavera e, dunque, dicono i vertici sindacali, di rinascita. Per ricordare per costruire un futuro di legalità. Da qualche anno, per volere di Libera, anche Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime incolpevoli di tutte le mafie, giornata della rinascita dal giogo dell'illegalità. Ricordare non è retorica, ma avere solide basi su cui costruire l’impegno dell’oggi. La Cgil di Agrigento vuole caratterizzare questa giornata in ricordo delle vittime innocenti di mafia attraverso la costituzione di parte civile nel processo a carico di Matteo Messina Denaro. A darne notizia la segreteria che ha dato mandato di rappresentanza ai propri legali nelludienza che si terrà giorno 22 marzo a Palermo. Come già fatto in precedenti processi eventuali risorse derivanti dal riconoscimento dei danni subiti dall'Organizzazione saranno utilizzati per attività di promozione nella lotta alla mafia.