Ma i riflettori sul rapporto tra il territorio e Girgenti Acque sono destinati a rimanere accesi. L'incontro di lunedì scorso in aula consiliare è una sorta di spartiacque (mai metafora fu più adatta) rispetto ad una condizione complicatissima, che ha costretto il sindaco Valenti a presentare una denuncia alla Procura della Repubblica per interruzione di pubblico servizio. E dire che lunedì 20 novembre, nell'incontro in Sala Giunta, quello al quale si era presentato il presidente dell'ente gestore Marco Campione, sembrava che le prospettive potessero essere migliori. E invece, quasi paradossalmente, le cose sono peggiorate. E oggi l'Assemblea Territoriale Idrica attende il parere finale dell'avvocato Mazzarella, quello che si intende utilizzare per tentare, davanti ad un tribunale, la risoluzione del contratto che lega 27 comuni alla società privata che gestisce le risorse idriche pubbliche. La stessa vicenda del dirottamento dell'acqua delle sorgenti saccensi in altri comuni, cosa che potrebbe essere avvenuta nelle stesse ore in cui la città era a secco, rende ancora meno sopportabile, aldilà di ogni considerazione tecnica, il disservizio patito dai cittadini. Sulla vicenda oggi torna all'attacco il portavoce del Comitato Intercomunale per l'Acqua Pubblica Franco Zammuto: “Che la gestione del servizio idrico affidato a Girgenti acque fosse un disastro – dice - lo hanno sperimentato tutti i cittadini dei 27 comuni a causa della erogazione saltuaria, le condotte colabrodo, le bollette carissime, l’inquinamento prodotto. Tuttavia, per Zammuto, a causa di istituzioni prima assenti, oggi incerte, che non hanno certamente assecondato il malessere dei cittadini, nessuno immaginava che funzionari della stessa Girgenti Acque avrebbero causato essi stessi grande imbarazzo al gestore, confermando che la rabbia e il malessere dei cittadini erano e sono legittime”. Intercopa mette sotto i riflettori le dichiarazioni di alcuni funzionari di Girgenti Acque alla trasmissione di Rai 1 “Petrolio”, che si è occupata della vicenda acqua in Sicilia: dall'ammissione che il depuratore di Villaggio Mosè, idoneo a depurare quattro litri di reflui al secondo, ne riceve quaranta, col risultato, come dichiarato dalla procura di Agrigento, il risultato era che i reflui in uscita erano più inquinate di quando entravano. Trasmissione nel corso della quale si è detto anche degli undici depuratori sequestrati alla Girgenti Acque, ma non si è detto che, con provvedimento successivo della procura, gli è stata anche revocata la gestione degli stessi per non avere rispettato le prescrizioni impartite all’atto del sequestro. Sullo scontro tra Francesca Valenti e i dirigenti della Girgenti Acque, Zammuto definisce surreale l'ammissione del direttore generale Giandomenico Ponzo che il disservizio è determinato dal programma di ottimizzare, interconnettere e riorganizzare il sistema di distribuzione dell’acqua. Per Inter.Co.PA la sede dove affrontare qualunque questione è l’ATI, ma al tempo stesso è diritto dei sindaci ascoltare e valutare le ragioni dei disservizi procurati dal gestore alle loro comunità, però, in questo caso, sarebbe bene che in tutti questi incontri fosse presente almeno un dirigente dell’ATI. Il comitato Inter.Co.PA, nell’apprezzare qualche passo in avanti compiuto negli ultimi tempi dall’ATI per la maggiore attenzione mostrata a tutela del rispetto delle regole contrattuali, spinta da alcuni sindaci che finalmente hanno raccolto il disagio e la sofferenza dei propri cittadini, auspica una maggiore e più incisiva azione che possa recuperare il rapporto di fiducia tra i cittadini e la istituzioni ATI oggi palesemente scoraggiati e delusi.