Sono alcuni dei dati contenuti nel report di Confartigianato Sicilia che è stato presentato all’assessore regionale all’economia Marco Falcone. Una fotografia in chiaro scuro che, se da un lato mostra numeri allarmanti, dall’altro sottolinea come in Sicilia, nonostante le difficoltà, si è registrata una piccola crescita del numero di imprese, di cui molte artigiane, a conferma del fatto che lo spirito imprenditoriale non viene meno e la voglia di fare impresa non manca.L’assessore Falcone si è impegnato a valutare un nuovo bando che possa aprire le porte anche alle micro e piccole imprese, così come ha preso l’impegno di accorciare i tempi dei pagamenti della pubblica amministrazione chiedendo un nuovo focus a distanza di un anno. Stesso discorso, per un processo di sburocratizzazione della macchina amministrativa. Nel dettaglio il report di Confartigianato evidenzia come nel 2022 il PIL siciliano abbia segnato un +2,4%. Per il 2023 si prevede un rallentamento del trend (-0,4%), con un valore del PIL che resta al di sotto del livello pre-pandemia. Alla crescita dei prezzi sta contribuendo in modo particolare, seppur in misura minore rispetto ai mesi precedenti, la dinamica sostenuta dei costi energetici, i prezzi al consumo di elettricità, gas e altri combustibili in Sicilia a gennaio 2023 registrano un incremento del 65,4%. Altra criticità riguarda l'inasprimento delle condizioni di politica monetaria per contenere l'inflazione, condizione che determina un rialzo del costo del credito con ricadute negative sulla finanza delle imprese. Tale scenario allarma in particolare le piccole realtà produttive che sostengono, da sempre, costi del credito più elevati. Confartigianato ha poi puntato il dito sui tempi di pagamento della pubblica amministrazione. I comuni siciliani impiegano in media 46 giorni per effettuare un pagamento, tale risultato posiziona la Sicilia tra le prime tre regioni con tempi più dilatati. La problematica è più evidente nelle province di Agrigento , Messina e Catania. Dall’analisi della demografia delle imprese emerge come, a distanza di due anni, lo shock impresso dalla pandemia sulla natalità e mortalità delle imprese si sia riassorbito. Dopo il brusco stop del 2020 e il rimbalzo del 2021, con il 2022 il bilancio tra aperture e chiusure torna su valori medi degli ultimi quindici anni, attestandosi a 2 mila attività in più tra gennaio e dicembre. Alle ottime performance di crescita del 2022 ha contribuito in misura maggiore il settore delle Costruzioni anche per effetto del Superbonus .