E‘ stato promosso in occasione della Pasqua, ma la protesta riguarda anche le date del 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno. Protesta che, anche quest’anno, è stata annunciata dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori dei centri commerciali e di quelle strutture per le quali è prevista l’apertura nelle giornate festive. "Si riconosca il diritto delle lavoratrici e dei lavoratori del settore di riposare nei giorni di festa - hanno dichiarato Giusi Sferruzza e Marianna Flauto rispettivamente segretari generali di Fisascat e Uiltucs Sicilia - e di poter conseguentemente conciliare al meglio tempi di vita e di lavoro. La liberalizzazione delle aperture commerciali, aggiungono, ha sicuramente inciso negativamente sulla qualità e condizioni lavorative delle migliaia di addetti del settore. Da non sottovalutare - continuano le sindacaliste - la questione legata all'apertura domenicale. Sono ben 52 le domeniche dell'anno per le quali in tantissimi, per lo più i neo assunti, devono obbligatoriamente garantire la prestazione lavorativa. Facile comprendere, evidenziano i sindacati di categoria, quanto tale previsione contrattuale incida negativamente sulle famiglie ancor più quando si hanno dei figli in età scolare che, conseguentemente, sono costretti a trascorrere le domeniche e le festività senza la presenza dei genitori".
Secondo Sferruzza e Flauto è necessario ed urgente trovare soluzioni che passino anche dalla regolamentazione delle turnazioni a rotazione. La questione, in realtà, si trascina da tempo e registra la puntuale protesta ogni anno dei lavoratori di centri commerciali e strutture che rimangono aperte nei festivi. Anche per la Pasqua 2023 è stato usato lo slogan “ La festa non si vende e non si svende”