il suo ricorso al Consiglio di Giustizia Amministrativa dopo che la sentenza del Tar dello scorso 24 marzo ha confermato il risultato elettorale del 12 giugno 2022, quello che lo vide solo sfiorare il 40% delle preferenze, cosa che gli avrebbe permesso di essere eletto al primo turno. È iniziato dunque il secondo tempo della partita giudiziaria.
Obiettivo degli avvocati Stefano Polizzotto e Antonietta Sartorio, che assistono il presidente del consiglio comunale, è di ottenere la verificazione delle schede votate in almeno tutte le 27 sezioni indicate nel precedente ricorso al Tar, che invece stabilì che i controlli (affidati alla prefettura) dovevano riguardare 9 sezioni elettorali (lo stesso numero di quelle richieste dagli assessori di Fabio Termine).
Per Messina il risultato del primo turno elettorale (che lo vide fermarsi al 39,9%, a 18 voti dalla possibilità di centrare l'obiettivo) fu determinato da quella che i suoi avvocati definiscono "illegittima mancata attribuzione di numerosi voti a suo svantaggio, mentre una corretta attribuzione dei voti lo avrebbe condotto alla proclamazione alla carica di sindaco già al primo turno". L'appello contiene tutti i "motivi aggiunti" che il Tar il 24 marzo ha dichiarato inammissibili, confermando il risultato elettorale del primo turno. Diversi gli errori segnalati: dai doppi contrassegni di lista segnati ad altre fattispecie che, genericamente, ancorché non potessero fornire indicazioni valide per errori anche evidenti per i candidati al consiglio comunale prescelti, avrebbero comunque dimostrato senza dubbio come la volontà dell'elettore per il candidato a sindaco fosse chiara. "Si è riscontrata - scrivono gli avvocati Polizzotto e Sartorio - la chiara fondatezza del ricorso principale, tenuto conto che sono state rinvenute quasi tutte le schede censurate nel ricorso principale, illegittimamente ed inspiegabilmente annullate e riposte nella busta delle schede nulle, pur essendo validamente votate nei confronti di Ignazio Messina".
Ribadiscono quindi, gli avvocati di Messina, che "la verificazione in contraddittorio disposta dal Tar in prefettura ha permesso di accertare la fondatezza delle censure del ricorso introduttivo principale". Il riferimento evidentemente è alle 24 schede contenenti voti che, secondo lo stesso viceprefetto Gabriele Barbaro, potevano essere riconsiderate come voti a favore di Messina. Al Cga viene poi sottoposto l'elenco di ulteriori 9 schede prelevate dalle 9 sezioni che per gli avvocati di Messina contenevano senza ombra di dubbio preferenze al loro assistito ma che, tuttavia, il viceprefetto non ha prelevato in quanto non riconducibili all'ordinanza istruttoria del Tar Sicilia. Avvocati i quali chiedono al Cga di riformare la sentenza di primo grado del Tar, da loro definita "errata", sostengono che "sono state commesse numerose omissioni e sono emersi errori e contraddizioni di compilazione degli stessi e di attribuzione dei voti".