In ogni caso noi sosteniamo che almeno la metà delle 24 schede ammesse dal viceprefetto, che si presume potessero contenere indicazioni di voto chiare nei confronti di Messina, sono inequivocabilmente nulle. Così al nostro Telegiornale l'avvocato Calogero Marino, componente del collegio difensivo (insieme ai suoi colleghi Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia) che assiste legalmente il primo cittadino in carica Fabio Termine sul ricorso elettorale contro il risultato del primo turno del 12 giugno 2022. Tar il 24 marzo scorso si è pronunciato dichiarando improcedibile e inammissibile il ricorso di Messina. Fabio Termine che ha partecipato al giudizio davanti al Tar con un ricorso incidentale formalmente attraverso i suoi assessori e con una memoria difensiva. “Non c'è stata e non poteva esserci alcuna convalida di voti a favore di Messina da parte del viceprefetto, e d'altra parte neanche il TAR ha sancito che fossero voti a suo favore”, ribadisce l'avvocato Marino.
L'avvocato Marino ritiene che i margini di Messina per potere ribaltare il risultato davanti al Cga, presso cui ha presentato appello nelle scorse ore, siano molto bassi.
Marino così commenta poi il rinvenimento, durante la verifica in prefettura, di altre 9 schede che secondo Messina contenevano voti a suo favore ma che il viceprefetto non ha ammesso perché non contenenti fattispecie indicate nel primo ricorso al TAR.