è opinione assai diffusa che chi si trova rinchiuso in una cella non meriti attenzione. Al contrario, non sono pochi coloro i quali dicono apertamente che per qualcuno bisognerebbe buttare la chiave. Eppure l'articolo 27 della Costituzione è piuttosto chiaro, e invoca la corrispondenza tra la detenzione e il senso della rieducazione della persona ristretta. Grazie ad una serie di iniziative, tra volontariato, istruzione, laboratori di pittura e di lettura e scrittura creativa, la casa circondariale di Sciacca, ubicata nel duecentesco collegio dei carmelitani, garantisce opportunità di socialità nel rispetto reciproco tra detenuti e personale.
È proprio nella casa circondariale di Sciacca che perfino la sala colloqui è stata resa più umana, con sulle pareti disegnata la piazza Scandaliato e i personaggi Disney, perché così i bambini andando a trovare i loro papà possono vivere questo momento in maniera la meno traumatica possibile.
Tra i progetti in corso anche quello di scienze con una docente dell'Itc Don Michele Arena.
In tema di rieducazione rientra sicuramente il progetto dal titolo “Liberarsi dalla Violenza”.
Nel carcere di Sciacca funziona anche la biblioteca, qui sono stati presentati diversi libri aventi ad oggetto i temi della devianza e della marginalità, e i detenuti hanno trasformato in pensieri e liriche i propri sentimenti.
Tutte iniziative che la direzione del carcere ha agevolato, e che – come testimoniano alcuni dei detenuti che abbiamo intervistato, centrano l'obiettivo.