Lo dicono in una nota i segretari di categoria di Cgil, Cisl e Uil, rispettivamente Adriano Rizza, Francesca Bellia e Claudio Parasporo, a seguito di un confronto che si è svolto presso l’Ufficio scolastico regionale della Sicilia.
“L’organico di diritto dei docenti che lo scorso anno ammontava a 58.939 unità, rimane sostanzialmente invariato. Tuttavia ci saranno 178 posti in meno per la costituzione delle classi in deroga, ovvero quelle classi che non rispettano gli indici di status sociale, economico, culturale e di dispersione scolastica previsti dalla legge. Inoltre, nelle classi quarte e quinte della primaria, dove dal prossimo anno entra a regime l’insegnamento dell’educazione motoria, verranno assegnati 420 posti con contratti di supplenza. Questo vuol dire che le ore di educazione motoria verranno tolte agli insegnanti delle altre materie, generando il fenomeno dei perdenti posto, e assegnate agli insegnanti supplenti, nonché precari.
“Anche sul versante del sostegno – continuano i segretari del comparto scuola delle tre sigle sindacali – registriamo solo un timido incremento di 870 posti in più in organico di diritto. Questo non risolve il problema della precarietà che ha riguardato nel 2022/23 più della metà dei docenti di sostegno, assunti su posti in deroga, ma l’auspicio è che sia l’inizio di una progressiva stabilizzazione”. Cgil, Cisl e Uil evidenziano di avere più volte criticato le scelte operate dal Governo che di fatto penalizzano il Mezzogiorno, laddove si potrebbe aumentare la qualità dell’offerta formativa riducendo il numero degli alunni per classe, stabilizzando i precari, soprattutto nel sostegno, tutelando i diritti dei lavoratori costretti a cambiare sede di lavoro ogni anno, ma soprattutto garantendo quella continuità didattica che anche gli alunni con disabilità meriterebbero”.
La preoccupazione maggiore è legata alle nuove norme contenute nella Legge di Bilancio 2023, in merito ai nuovi parametri per il dimensionamento per l’anno scolastico 2024/25, che attraverso gli accorpamento farebbero perdere ulteriori posti di dirigenti e personale ata a scapito delle attività di gestione degli istituti, organizzazione e funzionamento delle attività didattiche.