è questo il controverso tema al centro del dibattito in Sicilia e che ha visto nelle scorse ore il governatore Renato Schifani e l'assessore all'Energia Roberto Di Mauro volare a Roma per incontrare il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin. Incassando l'impegno a snellire le procedure per la costruzione di impianti tecnologici moderni nella nostra regione prevedendo al tempo stesso delle corpose compensazioni derivanti dalla produzione di energia fotovoltaica.
Nel corso del vertice, è stato illustrato lo stato dell’arte che riguarda sia la raccolta differenziata, che ormai in Sicilia ha raggiunto il 50 per cento, sia la situazione dell’impiantistica che al momento - stando a quanto si apprende - non desta particolari preoccupazioni o emergenze. Il governo regionale ha però manifestato al ministro la necessità di programmare la “chiusura del ciclo dei rifiuti” per i prossimi anni con la realizzazione di termovalorizzatori. Per farlo, in tempi rapidi, è però necessario uno snellimento delle procedure autorizzative e il ministro ha espresso la propria disponibilità a concedere poteri speciali, così come già avvenuto a Roma con il cosiddetto “modello Gualtieri”.
Il presidente e l’assessore hanno quindi consegnato al ministro la documentazione necessaria per poter procedere alla stesura di un apposito provvedimento normativo. Un dossier che, dopo il vaglio dell’ufficio legislativo di Palazzo Chigi, passerà al Consiglio dei ministri per il via libera definitivo. Per quanto riguarda le compensazioni per il fotovoltaico, invece, il ministro ha ribadito l'intenzione di lavorare per questo obiettivo in un contesto nazionale che riguardi tutte le regioni d’Italia. Ministro Pichetto Fratin che due giorni fa si era espresso sul tema, augurandosi che in Sicilia vengano realizzati i termovalorizzatori. "Noi - ha detto - non possiamo avere una situazione dei rifiuti come quella di diversi territori, a sud e a nord, e d'altra parte non possiamo nemmeno far pagare ai cittadini italiani il trasporto dei nostri rifiuti in Germania, dove vengono utilizzati per fare energia elettrica, e poi comprare energia elettrica, quindi far pagare ai cittadini italiani due volte la stessa cosa".
Il tema manco a dirlo è oggetto di polemica politica, oltre che di preoccupazioni da parte delle località teoricamente interessate (al momento sono quelle di Gela e di Catania). Rispondendo ad un'interrogazione del Pd sulla realizzazione di due termovarolizzatori in Sicilia, Di Mauro ha detto in aula, all'Ars, che in Sicilia accade "un fatto strano: aumenta la differenziata, ma l'indifferenziata resta la stessa". In assenza di una crescita complessiva della quantità di rifiuti prodotta (il Pd ha fatto notare che i dati demografici in Sicilia danno una diminuzione della popolazione), la questione non ha spiegazioni, a meno che parte della frazione di differenziata conferita dalle società che gestiscono la raccolta nei vari comuni, non sia scartata da chi la riceve per diventare, così, indifferenziata. Una procedura che non si allinea ai parametri dettati dall'Unione europea, secondo i quali non conta la quantità di differenziata raccolta, ma quella che effettivamente si avvia a recupero e a riciclaggio. Per il Pd il governo Schifani parla di termovalorizzatori senza dati di riferimento: "È come vendere la fontana di Trevi senza esserne proprietari", ha detto il presidente dell'Antimafia Antonello Cracolici.