durante l'incontro tra amministrazione comunale e associazioni di categoria. Nessuna turnazione, dunque, con i panificatori riberesi che hanno deciso di attenersi alle disposizioni contenute nel decreto dell'ex assessore regionale Mariella Lo Bello. Ma è un provvedimento che continua a far discutere e che oggi registra una nuova presa di posizione delle associazioni di categoria. “Il riposo nelle giornate domenicali e festive è sacrosanto ma, per come è stato articolato il testo normativo, il divieto imposto ai panificatori finirà di fatto per favorire la grande distribuzione organizzata e l’abusivismo”. A lanciare l’allarme sono Cna, Confartigianato, Claai e Casa Artigiani , riunitesi a Palermo per analizzare gli effetti del decreto entrato in vigore il 20 novembre scorso. “E’ un decreto la cui efficacia va immediatamente sospesa – spiegano le associazioni di categoria – perché nel suo complesso è dannoso per la categoria, ed è questo ciò che chiederemo al nuovo assessore regionale alle attività produttive. Per le organizzazioni sindacali, il decreto, non richiamando la classificazione del pane prevista dalla legge Bersani, è destinato a creare una condizione di svantaggio, se non proprio di concorrenza sleale, tra i panificatori e quei soggetti che esercitano attività similari. Succede infatti che, mentre l’attività di panificazione è sottoposta a regime di chiusura domenicale o a turnazione, nella grande distribuzione si procede, senza soluzione di continuità, alla produzione e vendita di pane surgelato, spesso di provenienza estera, largamente spacciato per pane fresco. Inoltre il decreto genera una ulteriore discriminazione per i panificatori e danno per i consumatori finali. Il riferimento è all’obbligo di confenzionamento, il cui esonero è previsto solo per i panificatori che vendono al dettaglio nei locali di produzione. Ma la regola non viene fatta osservare nei locali insediati nei centri commerciali e nei supermercati, seppur in assenza dei necessari requisiti. Così come non figura nel decreto l’opportuna valorizzazione del pane tipico siciliano, attraverso la creazione di marchi di qualità, e non trova riscontro – osservano ancora Cna, Confartigianato, Claai e Casa Artigiani – nemmeno la mancata abrogazione dell’articolo 27 della legge regionale che assimila l’attività di panificazione ad un'attività commerciale e non ad un'attività artigianale imprenditoriale di produzione alimentare. Incongruenze che hanno portato le associazioni ad assumere una posizione fortemente critica nei confronti del decreto Lo Bello, definito intempestivo, carente di concertazione con i rappresentanti di categoria e scritto in fretta e in furia alla vigilia della campagna elettorale. Cna, Confartigianato, Claai e Casa Artigiani chiedono un incontro urgente con il nuovo governo regionale, al quale verrà sottoposta una più esaustiva proposta di riordino del settore della panificazione in Sicilia, ed hanno già inviato una lettera ai sindaci siciliani, ai quali il decreto demanda il compito di concertare con i panificatori l’eventuale turnazione, per invitarli a non assumere alcuna decisione senza un preventivo momento di confronto con le organizzazioni di categoria.