Nino Porrello assume la carica di coordinatore, quella che fu del compianto Franco Zammuto, scomparso un mese fa. È quanto è stato deciso nell'ambito del rinnovo della struttura direttiva del sodalizio. Che ha designato il proprio direttivo, di cui faranno parte (oltre a Cucchiara e Porrello) anche Totò Cannella, Nino Ciaccio, Giovanna Craparo, Giovanna Cucchiara, Emma Giannì, Pippo Graffeo, Pietro Mistretta, Anna Macaluso, Lilla Piazza, Nella Puleo, Filena Rizzuto, Toni Russo, Renato Sanfilippo, Pippo Santangelo, Maria Stassi, Alessandro Tornetta, Pippo Verde e Nino Vitale. Il conferimento a Cucchiara della presidenza onoraria è avvenuto per acclamazione, in considerazione di quella che, in una nota, viene definita "saggezza e competenza con le quali ha sempre sostenuto l'azione del comitato e tenuto conto del fatto che, da sindaco di Sciacca, propose il referendum per modificare il toponimo in Sciacca Terme".
Il rinnovo di questo organismo rileva dal punto di vista di una partecipazione sempre più necessaria da parte di una comunità che, attraverso le persone che hanno accettato di far parte del comitato, assume un ruolo di sollecitazione sempre più necessario, in un momento nel quale le notizie provenienti dagli enti responsabili (la Regione al primo posto in quanto proprietaria, ma evidentemente anche il Comune) al momento sono ferme al palo. Il lavoro del comitato, e non solo sul piano simbolico, cerca di soppiantare una indiscutibile indolenza diffusa, in una comunità che per varie ragioni ha rivelato la propria drammatica indifferenza nei confronti di un argomento, il destino delle Terme, che avrebbe dovuto registrare ben altro atteggiamento.
Nel frattempo, a due mesi dall'ultimo tristissimo anniversario, gli 8 anni dalla chiusura degli impianti, recentemente il Comitato la scorsa settimana ha incontrato Fabio Termine e Gianluca Fisco per capire quali linea si intenda perseguire nei confronti di una situazione che sembra di stallo. Tutto questo a seguito dell'ennesimo flop che si è registrato, ovverosia la bocciatura da parte del fondo immobiliare Sgr, riconducibile a Cassa Depositi e Prestiti, del progetto che si sperava potesse essere finanziato con fondi del Pnrr destinati al recupero di immobili inutilizzati per finalità turistiche.
Per il Comitato resta, quella del Pnrr, la corsia da privilegiare per sperare in un possibile intervento sugli immobili delle Terme di Sciacca, affinché finalmente possa esserci l'individuazione di quel soggetto privato che viene ricercato da quasi 25 anni, tra bandi andati deserti e condizioni effettivamente tutt'altro che appetibili per un privato. Al sindaco Termine e al vicesindaco Fisco il comitato ha rappresentato l'urgenza di un nuovo confronto con il governo della Regione per comprendere in quale direzione si vuole andare anche nell'ambito della volontà di istituire un tavolo di lavoro sul termalismo siciliano. Termalismo siciliano significa Sciacca ed Acireale. Che hanno problemi diversi. A Sciacca c'è perfino una liquidazione di quella società per azioni prima fondata e poi revocata da un governo della Regione che non sapeva letteralmente che pesci prendere. Oggi si impone una nuova consapevolezza diffusa. Le Terme abbandonate sono la metafora stessa di uno stato di abbandono culturale nel quale versa il territorio, che dispone di un tesoro che non ha saputo valorizzare. Oggi bisogna capire cosa sia possibile fare delle Terme di Sciacca, se andare nella direzione di uno spacchettamento del patrimonio ovvero se tentare ancora una volta di trovare un privato che sia disponibile a gestire tutto. Il comitato insiste per quest'ultima soluzione. Al momento nessun privato si farà avanti se prima non ci saranno gli interventi necessari per rimettere in sesto tutti i beni. La strada è lunga, ma la speranza non deve terminare. Il ruolo del Comitato, da questo punto di vista, è il migliore viatico possibile. In attesa però che da Palermo finalmente arrivino novità sostanziali, perché ai proclami, dopo un quarto di secolo, ormai non crede più nessuno.